Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  ottobre 20 Venerdì calendario

Realpolitik contro le larghe intese. Ora M5S valuta alleanze post elezioni

ROMA «Le alleanze? Andiamo da soli ma intanto iniziamo a scremare, a capire chi se la sente di uscire allo scoperto e giocare pulito: chi domani si chiamerà sicuramente fuori da un possibile governo di larghe intese targato Renzi e Berlusconi?». 
La domanda, che beninteso non esclude alleanze, se la pone un peso massimo dei Cinque Stelle. Che è poi quello che ha detto il deputato Andrea Cecconi, salvo smentire in modo precipitoso ieri sera. Cecconi durante un convegno sul Rosatellum organizzato un pigro mercoledì pomeriggio ha snocciolato una piccola grande ovvietà: «È ovvio – testuali parole – che, il giorno dopo le elezioni, il M5S dovrà porsi, come tutti, il problema delle coalizioni». Problema che, è ovvio, nel Movimento 5 stelle ci si pone da molto tempo.
Carlo Sibila all’Adn Kronos la buttà là: «alleanze sui temi» e sull’idea di condividere posti nella squadra di governo con altre formazioni politiche dice di più: «È una cosa sulla quale bisogna discutere». In principio c’era la suggestione Lega Nord che, non a caso, è stato il partito più bersagliato dal M5S durante il dibattito sul Rosatellum. Perché l’idea degli apparentamenti arriva da lontano. Fu Massimo Bugani, ora nell’associazione Rousseau, a notare le convergenze parallele già solo sui territori. La strategia è ancora quella di presentarsi da soli, sfruttando la narrazione dell’ Anti Cinquestellum e nel frattempo sperimentare. Come si sta già facendo a Livorno che ha una maggioranza leggerissima. Come a Roma dove la giunta è molto trasversale con un vicesindaco con un passato a sinistra. Come si potrebbe fare in Sicilia dove Cancelleri non chiude le porte a Fava a sinistra e si scopre molto simile ai Nuovi Vespri, movimento sovranista siciliano. Le priorità del candidato presidente Busalacchi sono: il reddito di cittadinanza e il taglio dei vitalizi. La risposta regina d’altronde la diede Luigi Di Maio a Palermo, il 9 luglio: «Alleanze? Non con i vecchi partiti». Tradotto: liste civiche con un grado accettabile di novità sono le benvenute.