la Repubblica, 19 ottobre 2017
Di cosa si parla a Bratislava: Sua Maestà sulla Jaguar slovacca
Chi dice Land Rover o Jaguar o da sempre pensa a un simbolo del Regno Unito: le jeep con cui il British Army sconfisse Hitler, e le auto sportive di lusso che più inglesi non si può. Un marchio, quello Jaguar, che evoca antichi brand come Alvis o Aston Martin e sfida le superauto tedesche, giapponesi e svedesi. Su una Jaguar viaggiano sempre i governanti di Sua Maestà britannica e non pochi membri della famiglia reale. La tradizione e l’identificazione tra questi marchi e tutto ciò che è britannico, nell’immaginario collettivo globale è ben radicata. Ma nei prossimi anni forse non sarà più proprio esattamente cosí. Tata Motors, l’azienda globale indiana, che ha rilevato Jaguar e Land Rover dal 2008, ha ben pensato di premunirsi contro sgradevoli effetti collaterali della Brexit, tipo prezzi di vendita meno competitivi nell’Unione europea. E allora sta costruendo un grosso nuovo impianto a Nitra, Slovacchia. Il paese europeo (e saldamente membro di Ue e Nato, senza tentazioni di exit) già ha la più alta produzione procapite di auto, marchi di massa tedeschi e asiatici e le esclusive Cayenne. Adesso arrivano anche i marchi inglesi, e forse in Slovacchia avranno anche versioni elettriche. Presto insomma, quando William e Kate saranno fotografati su una Jaguar, la loro vettura evocherà non Theresa May bensì la terra natale dell’eroe tragico del 1968, Alexander Dubcek. E perché mai il marchio dovrebbe rimetterci?