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 2017  ottobre 19 Giovedì calendario

2018: si vola nel futuro

AMBURGO I passeggeri sono pregati di allacciarsi le cinture di sicurezza e metterci la faccia. Al resto – nei viaggi aerei del futuro – penseranno a tutto robot, algoritmi e intelligenza artificiale. Utilizzando i parametri biometrici del volto come passaporto, creando frontiere semovibili e fai-da-te per tagliare le code, cavalcando la realtà virtuale per guidarci in aeroporto e segnalandoci minuto per minuto dove sono i bagagli.
I tempi della rivoluzione hi-tech nei cieli sono stretti: il boom dei passeggeri – dai 3,7 miliardi del 2017 diventeranno 5,5 nel 2036 – costringerà tutti a digitalizzare i servizi per «offrire ai consumatori un tragitto più rapido e sicuro» dice Sergio Colella, presidente europeo di Sita. La società fondata dalle compagnie per anticipare le trasformazioni tecnologiche del settore ha riunito in Germania i guru di settore per capire come saranno i voli 4.0. Ecco le loro previsioni.
LA FACCIA PASSEPARTOUT
I dati biometrici del volto (distanza degli occhi, profilo e misure del naso, forme della bocca) saranno il passepartout per muoverci in aeroporto in libertà e senza controlli “umani”. All’ingresso – come capita già in qualche scalo, tra cui Roma – si scannerizzerà il passaporto elettronico che custodisce il nostro identikit. La macchina scatta una foto, controlla che le immagini coincidano e dà semaforo verde. Da quel momento in poi basterà la faccia per fare check-in, spedire le valigie e imbarcarsi senza più consegnare i documenti. Questa procedura, calcolano gli esperti Sita, riduce in media da 1 minuto a 20 secondi il tempo necessario per il controllo di frontiera e da 7 secondi a tre quelli per l’imbarco. La sicurezza? È superiore al procedimento manuale. Che resta nei tre casi su mille in cui l’algoritmo fallisce il confronto.
I BAGAGLI PARLANTI
Da giugno 2018 tutti i bagagli in stiva saranno parlanti. A dar loro voce sarà un sistema di radiofrequenza digitale (Rfid). Gli archetti di lettura digitale lungo il loro percorso fino alla riconsegna consentiranno – tracciando il segnale – di sapere dove sono le valigie, inviando al passeggero su tablet o smartphone la posizione. La consegna al banco sarà in futuro fai-da-te. Con postazioni mobili che leggono la faccia, fanno dogana e check-in ed emettono la fascetta da posizionare sul bagaglio. Poi un robottino si fa carico del collo, instradandolo verso l’aereo. Questo sistema tranquillizza i clienti («il destino dei bagagli è la loro preoccupazione numero uno» dice Colella) e fa felici i vettori. Il prezzo della tecnologia è 0,1 centesimo a pezzo e tagliando gli smarrimenti – costati 2,1 miliardi nel 2016 – farà risparmiare 3 miliardi in sette anni.
VOLARE CONNESSI
Il volo del futuro non ci obbligherà più a spegnere laptop e telefonini a bordo. Non solo: Internet delle cose, big data e intelligenza artificiale cambieranno il modo in cui viviamo l’aeroporto. Il 37 per cento degli aerei in servizio è già oggi in grado di offrire servizi online. Percentuale che crescerà rapidamente, garantendo (a pagamento, almeno all’inizio) telefonate, sms, Whatsapp, streaming e navigazione in Rete. Un piacere per i passeggeri, un vantaggio per le compagnie: l’attuale servizio di intrattenimento a bordo costa molto e pesa 6 chilogrammi a sedile. La connessione consente inoltre di inviare ogni istante i dati di funzionamento del velivolo e dei motori. Anticipando affaticamenti delle strutture e guasti, tagliando così i tempi di manutenzione.
Realtà virtuale e big data ci aiuteranno poi con visori speciali o via smartphone a muoverci negli scali. Portandoci per mano ai gate, aggiornando lo status del volo, trovando toilette e i negozi preferiti. E in caso di ritardi o cancellazioni potranno impostare un nuovo percorso e nuove prenotazioni senza scomodare l’intelligenza umana. A rifare i biglietti penserà da sola quella artificiale.