Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  ottobre 19 Giovedì calendario

L’amaca

Il buon samaritano è l’operatore di un call center commerciale che, sentendomi sfinito dall’incessante stalking telefonico (voci liete che dicono: «Signor Michele! Ho una grande occasione da proporle!»), mi tende la mano. «Vuole sapere come ho avuto il suo numero privato?». Oh sì, mi piacerebbe tanto saperlo: anche perché nel contratto con il mio operatore telefonico non autorizzo l’utilizzo dei miei dati. «Quel contratto non conta niente. Lei usa Google Maps? Usa anche altre app?». Certo, uso Google Maps e anche qualche altra app. «Bene, signor Michele. Sappia che ogni volta che lei chiede informazioni a Google Maps, o ricorre a qualunque altra app di servizio, il suo numero finisce automaticamente in decine di liste di contatti commerciali».
Cioè, se io chiedo con lo smartphone dov’è via Garibaldi, il giorno dopo mi telefonano dai call center per offrirmi di tutto? «Sì. È proprio così che funziona». Non ci avevo mai pensato, alle app. Forse perché non sono abbastanza scafato. E dunque sono come quasi tutti: che ancora non hanno capito, nel vorticoso traffico, nel luccicante firmamento dei pixel, che la sola vera merce siamo noi. Siamo in vendita: casa per casa, smartphone per smartphone.