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 2017  ottobre 17 Martedì calendario

Usa, gli scandali sessuali sfiorano Trump e Clinton

NEW YORK L’onda lunga dello scandalo Weinstein si proietta sulla Casa Bianca e su Donald Trump. I legali che rappresentano Summer Zervos, un’aspirante attrice che dice di essere stata molestata dieci anni fa dall’attuale presidente, hanno rivelato che lo scorso marzo hanno presentato una citazione in giudizio contro Trump, nella quale tra l’altro chiedono che tutte le comunicazioni relative al caso siano conservate dall’ufficio della campagna elettorale, a beneficio dei giudici che vorranno esaminarle.
I TEMPI
La denuncia è stata sospesa da allora in attesa che il tribunale decida se farla procedere, dichiararla futile, o posporla alla fine del mandato presidenziale, come chiedono i legali di Trump. Questi ultimi hanno tempo fino alla fine del mese per documentare la difesa, ma se non riusciranno a fermare il provvedimento, l’intero carteggio con le altre testimonianze di tante altre donne che hanno avanzato simili accuse arriverà sui banchi del tribunale. Zervos era una candidata per la trasmissione televisiva The Apprentice, nella quale Trump vestiva i panni di protagonista. Nel corso di un pranzo di lavoro nell’ufficio newyorkese, il boss l’avrebbe baciata con forza e senza il suo consenso. La scena si sarebbe ripetuta qualche tempo dopo in un successivo scambio tra i due a Beverly Hills, durante il quale Trump avrebbe messo le mani addosso alla donna per palparle il seno.
IL POLVERONE
La notizia è stata rilanciata ieri con il chiaro intento di approfittare del polverone sollevato dallo scandalo Weinstein, che continua a dominare la scena mediatica americana, e rispolverare la patina di fango che si era depositata sulla campagna elettorale dell’imprenditore newyorkese, e che era stata poi sciacquata via dalla sua vittoria. Il magnate del porno Larry Flint ha messo sul tavolo una taglia da 10 milioni di dollari per chiunque riuscirà a produrre materiale probatorio che porti all’impeachment del presidente.
La polemica sul caso Weinstein nel frattempo non risparmia nemmeno l’avversaria di Trump alle scorse elezioni. La Clinton Foundation ha annunciato che non restituirà le donazioni che ha ricevuto dal produttore cinematografico Harvey Weinstein. Il fondatore della Miramax è stato uno dei maggiori finanziatori delle attività filantropiche della famiglia Clinton, e ha versato nelle casse della Clinton Initiative nel corso di anni circa 250.000 dollari. Weinstein è in realtà molto più che un semplice donatore: la sua associazione con la coppia dura dal tempo in cui Bill Clinton era presidente, e si trovò ad affrontare lo scandalo sessuale per la relazione che aveva avuto con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky.
L’ASSEGNO
L’amico di Hollywood staccò al tempo un assegno di 10.000 dollari in favore del fondo che raccoglieva offerte per pagare le spese legali di Bill Clinton. I tre sono ritratti in centinaia di fotografie che li vedono abbracciarsi e posare per i fotografi in occasioni mondane. Hillary ha aspettato un’intera settimana prima di esprimere un suo parere delle violenze sessuali perpetrate da Weinstein, e quando lo ha fatto, ha usato i termini «sorpresa» e «scossa» piuttosto che una ferma condanna. Ma in quanto ai soldi, la sua fondazione non ritiene che sia giusto restituirli, perché sono già usciti dalle casse. «Sono stati usati per aiutare persone in tutto il mondo» ha scritto in un tweet il portavoce della Clinton Foundation Craig Minassian.