la Repubblica, 15 ottobre 2017
Di cosa si parla a Mosca. Chi ha paura delle favole
Lo stralcio di un libro per bambini condiviso su un social network. Tanto può bastare per venire convocati dalla polizia. È quello che è capitato a Krasnodar a Mikhail Malakhov, amministratore sul social VKontakte, il Facebook russo, del gruppo di difesa dei consumatori “Radicalnie Mechtateli”, Sognatori radicali. Un hobby, sostiene Mikhail. Che però potrebbe costargli una multa o persino il carcere. Lo scorso 28 marzo Malakhov aveva pubblicato un passo della favola Neznajka sulla Luna di Nikolaj Nosov. «E chi sono questi poliziotti? – disse Aringa. I banditi! – disse con irritazione Spiga». E ancora: «Rubano secondo leggi create da loro. E qual è la differenza tra l’essere rapinati secondo legge o no?». Poche righe. Che però non sono piaciute alle forze dell’ordine. Il brano è sotto inchiesta in base all’articolo 282 del codice penale russo: istigazione all’odio nei confronti degli organi di Stato. E pensare che, quando venne pubblicato nel 1964, il romanzo di Nosov era stato acclamato da tutti come una velata satira del capitalismo occidentale. Sorte simile è toccata persino a Winnie The Pooh, o “Vinni Puh”, com’è intitolato il classico dell’animazione sovietica amato da tutti i cittadini dell’Urss. Nel 2009, per via di un disegno che lo ritraeva con la svastica al braccio, l’orsetto è finito nel registro dei “materiali estremisti”. Vietato diffonderlo, condividerlo con un “retweet” e persino apprezzarlo con un “like”. Occhio ai cuoricini.