Gazzetta dello Sport, 16 ottobre 2017
L’Austria va a destra. Gestire i migranti per l’Italia diventerà ancora più complicato?

Sei milioni e mezzo di austriaci dai 16 anni in su sono andati ieri alle urne. I risultati dicono che c’è stata una netta sterzata a destra. La Oevp, il partito dei popolari guidato da Sebastian Kurz, è stato il più votato con il 31,7% dei consensi (in base alle proiezioni su ben il 98% dei seggi), oltre sette punti in più rispetto alle ultime elezioni. Al secondo posto sono arrivati i socialdemocratici del cancelliere uscente, Christian Kern, con il 26,9%. È balzata di 5 punti la Fpoe, cioè la destra nazionalista, islamofoba ed euroscettica di Heinz-Christian Strache, che ha raggiunto il 26%. Batosta per i Verdi, il partito del presidente della Repubblica Van der Bellen, quasi certa di un risultato sotto la soglia di sbarramento del 4%, dunque fuori dal Parlamento. A questo punto il cancelliere in pectore è il popolare Kurz, che dovrebbe formare un governo con l’ultradestra. Sembra molto meno probabile, invece, che nasca una nuova Grosse Koalition tra popolari e socialdemocratici, come era avvenuto nella legislatura appena conclusa.
• Ho letto che questo Kurz è giovanissimo.
Ha 31 anni e, quando entrerà in carica, diventerà il premier più giovane del mondo. In patria l’hanno soprannominato Wunderwuzzi, il mago bambino. Viennese, figlio di un’insegnante e di un tecnico, ha alle spalle già una lunga carriera politica: dopo la campagna elettorale del 2010, a 24 anni venne nominato Segretario di Stato, prima ancora di aver finito gli studi da avvocato, poi il passaggio al ministero degli Esteri. È segretario dell’Oevp dallo scorso maggio e ha spostato il partito talmente a destra che il settimanale Profil lo ha nominato «il vero erede di Joerg Haider», l’ex capo della destra estrema che conquistò per la Fpoe un posto al governo già nel 2000. Il giovane Kurz ha inoltre cambiato il colore simbolo del suo partito, passato dal nero al turchese e ha trovato come testimonial personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport, come l’ex miss Austria o l’ex campione di Formula Uno Niki Lauda. Kurz è attivissimo sui social. Per esempio, ha postato un video in cui scala una montagna e, arrivato in cima, lancia uno sguardo all’orizzonte e dice: «La nostra è la terra più bella del mondo e dobbiamo riportarla in vetta».
• Dopo Macron in Francia, un’altra ventata di rinnovamento nel Vecchio Continente.
Direi che i paragoni con il presidente francese Macron sono del tutto fuori luogo. Kurz non ha mai mostrato alcuno spirito europeista, anzi. Il suo maggiore vanto, rivendicato in campagna elettorale, è aver organizzato il blocco del confine austro-balcanico che ha causato la tragedia di Idomeni, alla frontiera greca, dove migliaia di migranti in fuga dalle guerre sono rimasti accampati per mesi. In più con lui al potere Vienna rischia di diventare un ostacolo ai piani di rilancio dell’integrazione europea prospettati da Macron, perché Kurz si oppone all’istituzione di un ministro delle Finanze dell’eurozona. Secondo i suoi avversari il futuro cancelliere assomiglia più a Viktor Orbán, il presidente populista ungherese in lotta con Bruxelles, anche se con modi e toni più moderati.
• Direi allora che è un nuovo colpo duro per l’Unione europea.
Se ricorda, già nel 2016 l’Austria tenne col fiato sospeso tutta Europa, quando la destra populista sfiorò la presidenza della Repubblica. Quelli del Fpoe, durante la campagna elettorale, hanno fatto sapere che, se fossero andati al governo, si sarebbero alleati con l’Ungheria di Orbán per arricchire il quartetto di Visegrad, i “signori no” dell’Europa dell’est, che si sono messi di traverso sulle politiche migratorie comuni. Il loro leader, Strache, da giovane fece parte di organizzazioni neonaziste e non è escluso che non proponga presto un referendum sulla permanenza dell’Austria nell’Ue.
• L’Austria è nostra vicina, per l’Italia cosa cambia ora?
Il nostro governo conosce bene Kurz perché, da ministro degli Esteri, è stato protagonista di un braccio di ferro che ha portato i due Paesi sull’orlo di una crisi diplomatica. Da quando ha assunto la carica, Kurz ha utilizzato il tema dei migranti, e della rotta che passa dal Brennero, per conquistare consensi. Dal paese alpino privo di sbocchi sul mare Kurz ha cercato di dirigere la politica europea in materia di sbarchi, in particolare quelli in arrivo sulle coste italiane, pretendendo «che venga interrotto il traghettamento di migranti illegali da Lampedusa verso la terraferma». Lo scorso anno, al quotidiano Die Presse, ha rilanciato anche l’ipotesi di «accogliere le persone su un’isola, per poi organizzare il loro rientro».
• Ma perché gli austriaci hanno così paura dei migranti se non hanno il rischio sbarchi?
Beh, l’Austria è uno tra i paesi d’Europa in cui sono state presentate più richieste di asilo. Oggi l’8% della popolazione è musulmana, una percentuale mediamente piuttosto alta. I sondaggi ci dicono poi che un terzo degli austriaci non vorrebbe avere un musulmano come suo vicino di casa. Così tutti i partiti, non solo quelli di ultradestra, hanno sposato via via una politica di controllo delle frontiere e di chiusura culturale. E questo non ha fatto altro che aumentare nei cittadini la sensazione di un’emergenza alle porte. Un circolo vizioso che anche da noi potrebbe mostrare presto i suoi effetti.