Corriere della Sera, 15 ottobre 2017
I programmi di Fabio Fazio non vanno così male
G li accesi dibattiti sui due programmi di Fabio Fazio dimostrano, ancora una volta, che i dati di ascolto – materia complessa – sono più «usati» che «interpretati». La tv di Fazio è più che mai terreno di scontro politico e non c’è da stupirsi. Ma per chi voglia capirci qualcosa, senza troppi pregiudizi, proviamo a dare tre chiavi di lettura. Primo: il programma della domenica, Che tempo che fa, raccoglie in tre puntate 4.826.000 spettatori (19,3% di share), con un esordio molto alto (20,8%) e un assestamento nelle settimane successive, superiore al 18%. Su Rai3, sempre la domenica, la media del programma era di 3 milioni (11,6%), con un guadagno di quasi due milioni di spettatori. L’attuale media di Rai1 in prime time è del 19%, e se Che tempo che fa prosegue così contribuisce alla leadership del canale; nel corso dell’anno, la media della domenica di Rai1 è invece più bassa (16,8%), dunque Fazio ha portato un paio di punti alla serata. I conti si fanno a fine stagione, ma per ora Che tempo che fa rispetta quanto meno le aspettative. Secondo: il programma del lunedì, Che fuori tempo che fa, è ovviamente più debole, e si colloca in seconda serata, che è una specie di «fascia fantasma», perché quando le reti hanno programmi forti in prime time li allungano oltre la mezzanotte. Sono pochi i programmi che iniziano dopo le dieci e mezza e che raccolgono più del 10% di share: al netto dell’«allungamento del brodo», c’è in particolare Grande fratello Vip Night (11% dopo mezzanotte). Con 1.408.000 spettatori (11,6% di share) in tre puntate Fazio supera di poco Bruno Vespa (11,3%) e Nicola Porro (7,3%). Terzo: i dati non giustificano certe espressioni usate («flop», «tracollo»), mentre le tendenze segnalano una lieve (ma prevedibile) erosione di ascolti sia la domenica che il lunedì: se però a fine stagione le medie saranno più o meno queste la Rai non potrà lamentarsene. Vedremo. ( a. g. )