Il Sole 24 Ore, 14 ottobre 2017
Samsung fa utili record ma silura il ceo
Nel giorno del preannuncio dei maggiori utili trimestrali della storia aziendale (una crescita vicina al 300% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e di un nuovo primato assoluto del titolo in Borsa. All’indomani del primo rialzo del rating da parte di una primaria agenzia come Fitch Ratings. È una tempistica sconcertante quella che accompagna le dimissioni annunciate dal ceo di Samsung Electronics, Kwon Oh-hyun – responsabile, in particolare, dei chip, la divisione più redditizia – e ancora più impressionante e anomalo il fatto che abbia parlato di «crisi senza precedenti» interna ed esterna.
Anche se il 64enne manager – in azienda da 32 anni e da 5 nel ruolo di ceo, che condivide con altri due executive – resterà nel board fino al prossimo marzo, molti analisti hanno sottolineato con preoccupazione la situazione di vuoto di leadership nel principale gruppo tecnologico sudcoreano, capofila di un chaebol che si estende su una sessantina di società. Kwon, che si era conquistato il nomignolo di “Mr Chip” portando il settore alla leadership globale, era considerato un leader di fatto dopo che il vero leader di fatto, il vicepresidente ed erede designato Jay Y. Lee, è finito in carcere 8 mesi fa, condannato a 5 anni per una vicenda di corruzione legata allo scandalo politico che ha travolto l’ex presidente Park Geun-hye, la cui carcerazione preventiva è stata prolungata ieri di due mesi, tra nuove accuse di corruzione riguardanti altri chaebol, Lotte e SK.
Proprio giovedì scorso Lee – figlio del presidente del gruppo Lee Kun-hee, incapacitato da tre anni – era comparso in aula per l’avvio del processo di appello. Secondo alcuni analisti, ci sarebbe proprio il giovane Lee – che è rimasto nel board e comanderebbe anche da dietro le sbarre – a spingere per un rinnovamento del top management, che a questo punto potrebbe presto coinvolgere anche il ceo del settore della telefonia mobile, Shin Jong-kyun, e quello dell’elettronica di consumo, Yoon Boo-keun. In pole position per sostituire Kwon, secondo alcune voci, ci sarebbe il direttore generale Kim Ki-nam.
«Mentre dobbiamo confrontarci con crisi senza precedenti all’interno e all’esterno, credo che per la società sia tempo per un nuovo inizio, con un nuovo spirito e una leadership giovane, per meglio rispondere alle sfide derivanti dal rapido cambiamento del settore tecnologico», ha dichiarato Kwon in una lettera aperta a tutti i dipendenti, aggiungendo parole quasi di svalutazione degli utili record attuali («sono legati a decisioni prese in passato») e sottolineando piuttosto le gravi difficoltà del gruppo a individuare nuovi motori di crescita. Il che suona come un implicito accenno alle prospettive decrescenti della telefonia mobile.
Le ultime stime preliminari di bilancio sono superiori alle attese: nel terzo trimestre gli utili operativi sono stati i più alti di sempre, a 14.500 miliardi di won (12,8 miliardi di dollari), tra boom dei chip e ripresa per smartphone e tablet, nel quadro di un convincente aumento del 29,7% dei ricavi a 62mila miliardi di won. Il rincaro dei chip e la crescente domanda per i pannelli Oled (a parte il boom di preordini per il nuovo Note 8) dovrebbero garantire un record di profitti sull’intero 2017 e oltre. E ricavi in vista del superamento della soglia dei 70mila miliardi di won su base trimestrale. Il titolo Samsung, che aveva aperto ieri in rialzo (dopo aver già guadagnato quest’anno quasi il 50%), è poi ripiegato fin quasi del 2% per poi recuperare in chiusura a -0,4%. Secondo Shelley Jang, analista di Fitch Ratings (che ha appena promosso ad AA- il rating del gruppo, da A+), la dipartita di Kwong – che era stato attivo anche nel fronte dell’M&A e più in generale sulle alleanze di business – potrebbe sollevare incertezze sull’outlook a lungo termine della società, ma non avrà impatto sul day-to-day: «Non credo che ponga un grande rischio, in gruppo che è cresciuto in modo considerevole nell’ultimo decennio».