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 2017  ottobre 14 Sabato calendario

Il cattivo carattere del padre di Alessandro Di Battista

Di norma, i parenti dei politici stanno fuori dalla mischia. Non vengono chiamati dai giornalisti, perché non hanno colpe né meriti rispetto ai congiunti. Ma se sei il padre del deputato più noto dei 5 Stelle; se rivendichi di essere «fascista» quando tuo figlio denuncia una legge elettorale ed evoca Mussolini; se vai in piazza con lui a manifestare per i 5 Stelle e contro la fiducia al Rosatellum; se a 73 anni cerchi di schiaffeggiare un generale (Antonio Pappalardo) per vendicare il predetto figlio, che era stato fischiato per aver sbagliato comizio ed era incappato nei Forconi. Insomma, se sei un padre così particolare come Vittorio Di Battista, è inevitabile essere chiamato dai cronisti. Anche soltanto per provare a ricostruire ragioni e modalità dell’alterco di piazza Montecitorio con il leader dei Forconi, immortalato da un video della Dire. La conversazione, chiamiamola così, si rivela però piuttosto rapida. Raggiunto al cellulare, Di Battista lascia solo il tempo di declinare le generalità, ma non quello di porre domande. La risposta arriva comunque. «Signor giornalista, la risposta è questa: se la prenda nel c. lei e il suo giornale». Non si fa in tempo a protestare flebilmente e a rispondere «addirittura», che la telefonata è chiusa.
Che abbia un carattere fumantino, Vittorio Di Battista, è noto. A Rimini, alla convention dei 5 Stelle, interruppe così un cronista del Corriere, in diretta video: «Ti mangio e ti vomito». Citazione di Emile Cioran, ma soprattutto di Beppe Grillo, che pochi giorni prima aveva detto ai cronisti: «Ho voglia di mangiarvi per poi vomitarvi». Eccessi di agonismo politico, contro una categoria che spesso risulta antipatica ai partiti. Che però, in vigenza dell’articolo 21 della Costituzione, risulta ineliminabile. A Rimini, come in altre occasioni, i cronisti erano stati pesantemente contestati dalla folla dei militanti. Ostilità diffusa anche al presidio contro il Rosatellum, dove Silvia Virgulti, compagna di Luigi Di Maio e membro della Comunicazione, apostrofava un cronista ai bordi del cordone di polizia: «Mi piacerebbe che ci fosse sempre: voi siete pericolosi». Peccato, perché i rapporti con molti parlamentari 5 Stelle (tra i quali proprio Alessandro Di Battista) restano fortunatamente improntati a civiltà e correttezza.