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 2017  ottobre 13 Venerdì calendario

APPUNTI SULLE PROTESTE DEI RAGAZZI PER LA GAZZETTA DELLO SPORT

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, CHI GUADAGNA E CHI NO –
Imparare facendo
Più di un milione di studenti: la platea di ragazzi impegnati nel 2016/17 in qualche attività di «apprendimento dinamico», prevista come obbligatoria dalla legge 107, è quasi raddoppiata rispetto all’anno precedente, il primo post riforma. Il senso del progetto è quello di dare ai 16-18enni la possibilità di imparare facendo, avvicinarli ai contesti lavorativi più vari. Quelle 400 ore diventate obbligatorie, nell’ultimo triennio per gli studenti degli istituti tecnici e professionali e le 200 ore per quelli dei licei, son congegnate per arricchire il percorso di crescita dei ragazzi. Un supplemento di formazione che in molti casi ha funzionato, in altri meno (ma col beneficio di un meccanismo in fase di rodaggio). E che, soprattutto, ha dato molti grattacapi a dirigenti e insegnanti-tutor che si sono trovati a organizzare percorsi di alternanza partendo da zero: «Dove li mettiamo? E sopratutto, a fare cosa?», si sono chiesti (e si chiedono) in tanti. Intanto, prof e genitori si fanno prendere dall’ansia dei programmi che restano indietro, e dei ragazzi mandati «a fare fotocopie». Non è sempre così, naturalmente, ma le incombenze nuove per il personale scolastico sono tante: cercare i soggetti ospitanti, fare convenzioni, organizzare i curricula, curare l’esecuzione dell’esperienza e la valutazione finale. Certo, su questo anello di congiunzione tra mondo della scuola e mondo del lavoro, il governo punta molto e la ministra, Valeria Fedeli, ha assicurato che «il prossimo sarà l’anno in cui l’alternanza andrà a regime, con 1,5 milioni di ragazze e ragazzi coinvolti».

Imparare in modo attivo

Per chiarire di che cosa si tratti, va innanzitutto detto che cosa non è: «Non confondiamola con l’apprendistato», ha recentemente detto la ministra. Che ha precisato che con l’alternanza si è introdotta innovazione didattica nella scuola, per consentire ai ragazzi di completare il proprio percorso formativo con competenze nuove, che «difficilmente maturerebbero nel solo ambito scolastico». Mentre in apprendistato si impara «come si fa un lavoro»: esperienza che si raccorda con un pezzo della formazione. Posto che è compito del docente e della scuola assistere gli studenti in questa esperienza che consente di imparare anche «fuori dalla classe», ecco come muoversi per consentire agli studenti di terza, quarta e quinta superiore, di fare un’esperienza pratica presso un’impresa o ente. Innanzitutto, la scuola potrà rivolgersi alle imprese che si trovano sul territorio, associazioni sportive e di volontariato, enti culturali, istituzioni e ordini professionali. Fondamentale sarà anche l’orientamento verso le professioni con le migliori opportunità occupazionali. Un’analisi che potrà partire dai dati pubblicati dalle Camere di Commercio o dalle associazioni di categoria.

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• CORRIERE.IT
Lanci di uova e pomodori contro le vetrine di Mc Donalds («colpevole» di aver siglato con il ministero dell’Istruzione un accordo relativo al progetto alternanza scuola-lavoro), a Milano e Venezia; scontri tra studenti e polizia davanti al McDonald di Palermo, in piazza Castelnuovo, dove era in corso un sit non autorizzato. Due giovani sono stati fermati e ma rilasciati subito dopo. Cortei, striscioni, e qualche zuffa. Nelle piazze delle principali città italiane è scoccato l’autunno caldo della scuola, con migliaia di studenti mobilitati. Obiettivo, le degenerazioni dell’alternanza scuola-lavoro. Ma anche le casse vuote dei fondi per il diritto allo studio, gli intonaci che si staccano e l’insufficiente manutenzione delle scuole.

«Decine di migliaia»
Ragazzi delle superiori e universitari, uniti nelle varie sigle dell’associazionismo degli studenti - Rete Studenti Medi e Udu, Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario - protestano innanzitutto «contro la legge 107» e quei «tirocini» obbligatori per il milione e mezzo che frequentano le superiori. Che spesso - denunciano - si trasformano in forme di «sfruttamento del lavoro gratuito». Per tutta la giornata hanno inscenato cortei, flash mob in tuta blu - come veri operai - davanti alle aziende, lezioni di piazza alternative, feste e concerti. «Decine di migliaia, soprattutto al sud», sintetizza Gianmarco Manfreda, coordinatore nazionale Rete degli Studenti Medi. Tante voci e tanti modi per dire no a esperienze e progetti «tutti da ripensare e ricostruire».

Violenze
Tra le tante manifestazioni pacifiche, ci sono stati anche episodi di vandalismo: a Milano, oltre a un assalto al McDonald’s di piazza XXIV Maggio, giovani incappucciati hanno imbrattato la sede di Edison in Foro Bonaparte. A Roma, la Rete degli Studenti ha denunciato un’aggressione «fascista» davanti al Liceo Russell, dove «un gruppo di 20 ragazzi, aderenti a Lotta Studentesca, la struttura giovanile della formazione neofascista Forza Nuova, si è scagliato con violenza contro i manifestanti, strappando manifesti e striscioni». Un ragazzo sarebbe stato colpito al volto.

Tute blu
Non solo bandiere e striscioni per i ragazzi in «Sciopero dell’alternanza», ma anche vere e proprie tute da lavoro, indossate in corteo. «Contro lo sfruttamento - spiega la coordinatrice dell’Uds, Francesca Picci - e per chiedere lo statuto dei diritti degli studenti e un codice etico per le aziende». Stessa linea per Gianmarco Manfreda: «L’alternanza scuola-lavoro continua a presentare le criticità che denunciamo da ormai due anni alle quali il ministero tarda a dare risposte concrete. Vogliamo un’alternanza che sia una vera forma di didattica alternativa, di qualità per tutti».

«Innovazione didattica»
La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha ribadito che l’alternanza scuola-lavoro è un’innovazione didattica importante: «È uno strumento che offre alle studentesse e agli studenti la possibilità di acquisire competenze trasversali e consente loro di orientarsi con più consapevolezza verso il loro futuro di studi e lavorativo». Ha assicurato che non c’è alcuno sfruttamento, e ha ricordato che è stata predisposta una piattaforma per monitorare le attività svolte in alternanza e per segnalare situazioni improprie. «Come ministero, lavoriamo per elevare ulteriormente la qualità dei percorsi offerti, mettendo al centro le nostre ragazze e i nostri ragazzi - scrive Fedeli in una nota -. Ci sarà un ampio confronto su questo, lo faremo il 16 dicembre, agli Stati Generali dell’alternanza, che coinvolgeranno tutti gli attori in campo».

«Studenti, non merce»
Ma gli studenti, che a fine mattinata e al termine del corteo romano, sono stati ricevuti al Miur, non sono soddisfatti: «Non siamo merce nelle mani delle aziende. E le nuove regole che stanno per essere introdotte non vanno nella direzione giusta. Non definiscono la gratuità dei percorsi di alternanza. Non introducono limiti temporali, quindi sarà ancora possibile sfruttare gli studenti durante le vacanze estive, quando ci sono meno controlli. Non vengono fissati criteri su chi può fare il tutor, quali competenze debba avere. E non c’è alcuna selezione dei soggetti attivanti». Alzano la voce, gli studenti, per chiedere che l’alternanza sia una «metodologia didattica che lega il saper al saper fare, l’intelligenza teorica all’intelligenza pratica, che fa davvero da ponte tra ciò che studiamo a scuola e ciò che andremo a praticare nei luoghi di lavoro».

Lo sciopero
Ecco dunque la loro provocazione: «Se ci trattate da lavoratori noi incrociamo le braccia». Con uno «sciopero alla rovescia» che durerà 24 ore, per ribaltare i tempi, riempirli di discussioni nelle piazze, di momenti di socialità, di riqualificazione dei quartieri con la street art.

Rimandata a settembre
A sostegno della protesta, gli studenti portano dati e numeri: l’Uds ha effettuato una ricerca in cui si evince che il 57% degli studenti è costretto a seguire percorsi di alternanza non attinenti al proprio corso di studi , il 40% ha dichiarato violazioni dei diritti sul luogo di lavoro; il 38% ha dichiarato di essere stato costretto a pagare per seguire il percorso obbligatorio. La Rete studenti medi ha interpellato oltre 4000 ragazzi di 4° superiore da tutta Italia. Dai loro racconti esce un’alternanza non bocciata ma «rimandata a settembre»: uno studente su due dà una valutazione positiva, utile per «l’acquisizione di competenze specifiche» e per «capire il lavoro per cui si è più portati». Ma uno su tre la boccia incondizionatamente, per la poca coerenza con il percorso scolastico e la mancata personalizzazione del percorso. A dichiararsi scontenti sono soprattutto i liceali: docenti meno preparati, scarsa formazione, esperienze costrette all’interno degli orari (e degli spazi) scolastici. Mentre la fotografia scattata da ScuolaZoo mostra una situazione «spaccata», anche se non drammatica: «Il 52% dei ragazzi che hanno risposto al nostro sondaggio giudica l’esperienza positiva, anche se solo il 45% dichiara di aver davvero imparato qualcosa che potrà essere utile per il lavoro - dicono i responsabili della community -. L’importante è che il percorso sia scelto dallo studente, aiutato dai professori e dalla scuola, ma che il ragazzo senta più affine al suo talento e personalità. Altrimenti perde di significato, viene percepito negativamente, anche se i ragazzi in queste poche ore ammettono che si arricchiscono di molte soft skills».

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• REPUBBLICA.IT
 Tornano in piazza, contro le degenerazioni dell’Alternanza scuola lavoro. In tuta blu, a dire che non sono operai (senza paga), né tirocinanti senza diritti. Sono studenti. Tornano questa mattina in settanta piazze italiane a un anno dalle manifestazioni del 2016, 7 e 21 ottobre. Scioperano dall’Alternanza: si astengono per un giorno, come i lavoratori quando rivendicano salario.
Come accade sempre in questi casi, il motivo è lo spunto, una ragione diventa un titolo. Ma le questioni aperte nella scuola sono tante: i soffitti dei licei storici che crollano, le borse di studio sempre inferiori ai richiedenti e il numero chiuso degli atenei (dalla scuola, come si vede, siamo saliti all’università). In generale, le Finanziarie che - per quanto si possa apprezzare lo sforzo - non mettono al centro dell’azione di governo ’scuola e ricerca’. Sì, ci sono anche gli universitari in piazza - "contro i tirocini sfruttamento" - per quest’ultimo sciopero convocato dall’Unione degli studenti.
"Chiediamo al ministero dell’Istruzione che fine abbia fatto lo statuto delle studentesse e degli studenti in Alternanza scuola lavoro e il codice etico per le aziende", dice Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti. "Viviamo sulla nostra pelle i disagi di questo modello di Alternanza. Siamo studenti, non merce nelle mani delle aziende".

• FEDELI A CIRCO MASSIMO: "ALTERNANZA NON È APPRENDISTATO"
"È innovazione didattica, non è apprendistato". La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, il 12 ottobre, a ’Circo Massimo’ su Radio Capital, aveva spiegato il suo punto di vista sull’alternanza scuola-lavoro, strumento che in Italia "da anni si fa prevalentemente per gli istituti tecnici-professionali". "Ci sono delle cose che gli studenti dicono che sono sacrosante", aveva aggiunto la ministra riferendosi anche alle manifestazioni contro l’alternanza. "A dicembre - aveva annunciato - durante gli Stati generali dell’alternanza scuola-lavoro, chiamerò tutti i rappresentanti dell’economia reale, perchè è una responsabilità di tutti". "Nella piattaforma dedicata al tema - aveva sottolineato la ministra - ho messo un ’punto rosso’ in cui possono accedere i rappresentanti degli studenti per segnalare direttamente al ministero le situazioni improprie che non corrispondono alla qualità del progetto".

• GLI USI IMPROPRI DELL’ALTERNANZA
L’ultimo caso che ha portato ragioni alla protesta è stato il diciassettenne che, spostato in un’azienda nautica di La Spezia nel periodo di formazione didattica, si è fratturato una tibia quando il muletto su cui lavorava si è ribaltato. Poi c’è stata la pubblicazione, da parte delle Camere di commercio, dei bandi per l’erogazione di voucher alle imprese che hanno attivato i percorsi. "Le risorse regalate alle aziende con gli sgravi fiscali vanno investite per un’istruzione gratuita e di qualità", dice Martina Carpani, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza: "La scuola e l’università non devono essere asservite al profitto, semmai devono cambiare il mondo del lavoro".

L’alternanza realizzata da McDonald’s, portando sdraio negli stabilimenti balneari della Sardegna. Le denunce degli studenti sono state molte, negli ultimi due anni (l’alternanza scuola lavoro è diventata obbligatoria e strutturata con la Buona scuola, legge dal 13 luglio 2015). Un’inchiesta di polizia ha fatto emergere le molestie subìte da due studentesse, in Alternanza in due centri estetici della Brianza.

• IL SONDAGGIO DELLA RETE DEGLI STUDENTI
In questi giorni la Rete degli studenti medi ha portato a compimento uno studio e l’ha presentato alla Camera. Interviste a quattromila iscritti alla quarta superiore (17,6 per cento iscritti alle professionali, 26,7 per cento agli istituti tecnici, 55,7 per cento ai licei) hanno detto che il 48 per cento dei 17-18enni dà una valutazione positiva all’esperienza, il 33 per cento è fortemente critico. Uno su due, ancora, ha assicurato che la scuola lo ha seguito, solo uno su quattro è soddisfatto invece dell’attenzione da parte dell’azienda. Solo il 27,1 per cento degli studenti intervistati ha sentito l’Alternanza calata sulle sue attitudini, per lo più iscritti ai tecnici e ai professionali, realtà che praticano il progetto da anni.
 
Giammarco Manfreda, Rete degli studenti, ragiona: "Da un lato abbiamo le scuole che, su uno sforzo basato sulla volontà dei professori, provano ad attrezzarsi cercando di assicurare la presenza dei tutor scolastici, anche se solo nel 50 per cento dei casi, appunto, competente. Dall’altro abbiamo un mondo del lavoro che fatica a vedere nell’investimento in formazione una risorsa per l’impresa e per il Paese". Solo uno studente su quattro è seguito all’interno della struttura ospitante, "molti sono relegati in situazioni di precarietà, spesso a fare tutto fuorché esperienze formative, con mansioni che non competono".

Il 51 per cento degli studenti intervistati ha affermato di aver svolto l’alternanza al di fuori dell’orario di scuola: nel pomeriggio, in alcuni casi in estate. E un terzo dei ragazzi ha sostenuto spese per raggiungere la sede indicata, 72 euro in media. "È diventato necessario che il ministero chiarisca cosa è e cosa non è Alternanza scuola lavoro, che si mettano criteri stringenti per il soggetto ospitante. Vogliamo poter vivere a pieno le potenzialità di un percorso realmente formativo smettendo di far vivere agli studenti e alle scuole questo come un semplice obbligo da adempiere a tutti i costi".
 
Sinistra italiana, attraverso il suo segretario Nicola Fratoianni, ha chiesto alla ministra Valeria Fedeli una moratoria dell’Alternanza scuola lavoro. La carta dei diritti è stata annunciata pronta dal Miur dallo scorso agosto.

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LASTAMPA.IT
Le strade di 70 città italiane si sono riempite di studenti che protestavano contro l’alternanza scuola-lavoro. Le manifestazioni autunnali sono un classico del movimento studentesco, ma da qualche anno non si vedevano cortei così agguerriti e partecipati. Il tema della prima mobilitazione studentesca dell’anno scolastico tocca da vicino i ragazzi delle scuole superiori: a finire nel mirino è l’alternanza scuola-lavoro, introdotta con la riforma «Buona scuola» approvata dal governo Renzi nel luglio 2015 e ora entrata quasi a regime. Da quest’anno, infatti, tutti gli studenti degli ultimi 3 anni di scuola superiore sono coinvolti nei tirocini formativi in azienda.
Scontri tra studenti e polizia davanti al McDonald in piazza Castelnuovo a Palermo dove è stato attuato un sit in di un gruppo di studenti, non autorizzato. Due giovani sono stati fermati e ma rilasciati subito dopo. La protesta è «contro il sistema dell’alternanza scuola lavoro, che spinge i giovani a lavorare dentro le multinazionali a titolo totalmente gratuito». Secondo gli studenti i «tirocini al McDonald non sono formativi, sono solo sfruttamento». A Roma e Milano i cortei più nutriti. Nella capitale gli studenti hanno sfilato pacificamente dalla Piramide Cestia fino al ministero dell’Istruzione, bloccando viale Trastevere con un presidio durato circa un’ora. Nel capoluogo lombardo il corteo, composto secondo gli organizzatori da 5mila studenti, è partito da largo Cairoli e si è concluso in piazza Castello. Uno striscione per chiamare alla mobilitazione in occasione dello sciopero indetto per il 27 ottobre è stato appeso su un ponteggio dall’organizzazione studentesca Osa. 
Lungo il tragitto, piccoli gruppi di manifestanti hanno imbrattato alcuni luoghi ritenuti simbolici: la sede della Camera di Commercio in via Meravigli, il McDonald’s di piazza Sant’Eustorgio e una filiale della catena di abbigliamento Zara in via Torino. Circa venti giovani incappucciati hanno poi preso di mira la sede del Partito democratico, sezione Milano Centro, in corso Garibaldi: dopo aver infranto la vetrina hanno gettato all’interno vernice e fumogeni, e aperto un estintore. 
La protesta nasce dalle esperienze di alternanza scuola-lavoro che, secondo le associazioni studentesche critiche con il governo (molti gli slogan avversi alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli), non costituiscono una qualificata esperienza di formazione per gli alunni. Un recente sondaggio condotto dal sito «Scuola Zoo» sembra dimostrare, in effetti, che qualcosa non funziona: quasi la metà dei ragazzi interpellati (48%) si è detta insoddisfatta della propria esperienza di stage. 
Gli studenti contestano soprattutto gli accordi stretti dal Miur con marchi internazionali come McDonald’s e Zara, che ridurrebbero il tirocinio a “sfruttamento” lavorativo non retribuito. Il Miur difende l’alternanza scuola-lavoro che, sottolinea, ha permesso a diverse scuole di stringere relazioni con soggetti del territorio avviando progetti virtuosi con imprese, enti del terzo settore e privato sociale. 
Anche per questo la ministra Fedeli, in una nota diffusa in mattinata dal ministero dell’Istruzione, ha affermato che l’alternanza è «un’innovazione didattica importante, uno strumento che offre alle studentesse e agli studenti la possibilità di acquisire competenze trasversali e consente loro di orientarsi con più consapevolezza verso il loro futuro di studi e lavorativo». Nel testo, la ministra annuncia che convocherà per il prossimo 16 dicembre gli Stati generali dell’alternanza scuola-lavoro.