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 2017  ottobre 13 Venerdì calendario

L’amaca

Con largo anticipo rispetto ad altre vigilie, si comincia già adesso a chiedersi per chi diavolo si potrà votare senza poi perdere il sonno per il rimorso. In genere questo presagio (sbagliare voto; oppure sprecarlo) cominciava a manifestarsi a poche settimane dalle elezioni. Ora è già vivo, precocissimo, mesi prima della fatidica domenica, grazie al gramo spettacolo parlamentare e allo sgangherato contrappunto che ne fa la piazza di fronte. E chi rifugge dall’astensionismo come da una malattia si domanda come diavolo fare, questa volta, per non ammalarsi, per non disertare un’occasione che fu per tanti, in gioventù, festosa e doverosa al tempo stesso.
Votare sotto ipnosi? Sotto narcosi? Su suggerimento dello psicoterapeuta, che ben conosce i danni prodotti dalla rinuncia alla responsabilità? Votare sotto dettatura, chiedendo dove mettere la croce a un consigliere autorevole, come facevano le vecchine democristiane sollecitate dal parroco? Votare con la macchina del tempo, fingendo che esista ancora la meccanica (celeste) che legava ogni elettore al suo Partito? Votare per pietà, per soccorrevole disposizione nei confronti degli ultimi, che in questa fase storica sono certamente i partiti che annaspano a bordo della legislatura come i naufraghi del Medusa?