il Fatto Quotidiano, 13 ottobre 2017
Roma, gli studenti raccolgono 20 mila euro per salvare la libreria del quartiere
La vicenda di Marco Zavaroni, 59 anni, romano, poteva assomigliare a quella di molti commercianti: una piccola libreria del centro costretta a chiudere perché non più in grado di pagare l’affitto. Da circa dieci giorni però, cioè da quando Marco ha annunciato su Facebook che la sua libreria Zalib avrebbe chiuso i battenti, centinaia di ragazzi si stanno mobilitando per salvare l’attività. “È molto più di una libreria – dice Ludovica, una delle giovani che si stanno dando da fare per salvare Zalib – qui ci ritroviamo al pomeriggio per studiare, ma anche per stare insieme e bere qualcosa prima di sera”.
La libreria, aperta da 17 anni, è a due passi dal liceo Visconti, in pieno centro a Roma, e da sempre è punto di ritrovo per gli studenti della scuola. Negli anni i ragazzi, assieme a Marco, hanno creato una comunità: “Abbiamo organizzato presentazioni, spettacoli, eventi culturali, ma ci vedevamo qui anche per guardare le partite della Nazionale o solo per stare insieme”, spiega Miriam, un’altra studentessa.
La famiglia Doria Pamphilj, proprietaria dello stabile, fa sapere di avere già un accordo con altri imprenditori che rileveranno il fondo, ma ieri ha concesso a Marco e ai ragazzi un altro mese prima dello sfratto. “La nostra non è una protesta contro i proprietari – spiega Ludovica – ma una manifestazione per salvare questa comunità e far sì che possa almeno trasferirsi da qualche altra parte”. Purché, dicono, il quartiere rimanga lo stesso: “Siamo riusciti a parlare con la Regione Lazio e con il municipio che ci daranno una mano a individuare possibili soluzioni”.
L’obiettivo, adesso, è quello di dare una forma giuridica precisa al movimento spontaneo dei giovani, che per il momento sono I ragazzi di Via della Gatta, in modo che sia più facile parlare con gli enti e partecipare ai bandi pubblici con cui Zalib potrà rinascere. Intanto, i ragazzi hanno avviato una raccolta fondi in favore della libreria, raccogliendo in pochi giorni quasi ventimila euro.
“Quando si è diffusa la notizia della chiusura – racconta Milad, 17 anni – tutti i vecchi amici di questa libreria si sono attivati”. Nadya ha preso l’aereo da Dublino, dove vive, per occuparsi di persona di Zalib, altri sono arrivati da tutta Italia. Alla serata dedicata alla raccolta fondi sono stati quasi in quattrocento a passare da via della Gatta.
“Non me l’aspettavo – racconta Marco Zavaroni –, tutta questa vicinanza mi fa capire che forse non sarò stato un bravo commerciante, ma sul lato umano qualcosa ho lasciato”. E se Zalib dovesse trasferirsi, Marco ci sarà: “Mi piacerebbe, quest’esperienza può uscirne rafforzata”.
Per il momento i ragazzi continuano a ritrovarsi attorno al tavolo al centro della libreria. La più giovane, Francesca, ha 16 anni. Tommaso ne ha dieci piu di lei, studia all’università, ma quando ha una pausa passa ancora da Zalib, come ai tempi del Visconti. Indossano tutti una maglia bianca con stampati un logo e un hashtag: #savezalib. Strumenti nuovi applicati a battaglie di una volta, in nome di spazi condivisi: “Tra tutti negozietti di souvenir e snack bar – dice Ludovica – lasciateci il nostro Zalib”.