Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  ottobre 05 Giovedì calendario

Ecco l’equazione del destino. Segnatecela, è questa: P = P(x) + P(y)

Vi avvertiamo. Il libro è serissimo. Matematico. Dunque, sgranate gli occhi di fronte a questa teoria che è meno conosciuta di quella sulla relatività, ma che potrebbe benissimo sostituirla. Si deve a Joseph Mazur, professore emerito di matematica al Marlboro College nel Vermont e autore di 7involti dal caso, un libro, che se non ci fosse arrivato «per caso», non avremmo forse mai aperto.
L’autore ne sarebbe stato contentissimo dato che, secondo le sue analisi, prima o poi, ci saremmo imbattuti in questo suo saggio. La teoria di Mazur è semplice: «Se esiste una probabilità, anche minima, che una cosa accada, allora, prima o poi, è destinata ad accadere, a qualcuno, da qualche parte». Il professore ne ha avuto testimonianza nel 1969. Sbarcato nell’isola di Creta, seduto al bar, ascoltò una risata familiare. Si voltò e si sbalordì. Si trattava del fratello che non sentiva da un anno, e che non sapeva nulla del suo viaggio in Grecia. Casualità? Per niente. La convinzione di questo professore è che anche il «caso» sia misurabile. Ce ne fornisce perfino un’equazione. Se X è l’esito di un evento e Y è la possibilità che esso si verifichi, la probabilità che queste due variabili avvengano è data dalla loro somma. Ovvero: P = P(x) + P(y). Adesso, volendo, potete spiegare, in matematica, perché avete incontrato vostra moglie, perché non avete vinto alla lotteria (Mazur racconta che c’è chi l’ha fatto per ben quattro volte di seguito). O ancora, se preferite, far finta di nulla. E naturalmente lasciar fare... al caso.