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 2017  ottobre 10 Martedì calendario

Il Comune dà la scorta alle donne che escono di sera

Sarà anche vero che i reati calano, ma certo è che gli italiani si sentono sempre più insicuri. Una condizione paradossale, ma con la quale bisogna fare i conti. 
A Conegliano Veneto, provincia di Treviso, le benemerite frequentatrici del teatro Accademia hanno paura di riprendere la macchina alla fine dello spettacolo. Gli sfottitori da social, e gli opinionisti politicamente corretti, entrambe categorie la cui esistenza è più in confidenza con la realtà virtuale, potranno vedere in queste signore delle impellicciate borghesi che, assistito a un qualche spettacolo o concerto polveroso, tremano all’idea di fare due passi in strada. E tireranno fuori, appunto, le recenti statistiche sul calo di omicidi, furti e così via. Noi invece appoggiamo il Comune di Conegliano, che prima di fare la morale ai suoi cittadini, pensa ad assolvere uno dei compiti fondamentali della politica, che è quello di garantire la sicurezza; compito che ha come corollario quello di far circolare le persone serenamente anche a tarda sera. 
A tal fine il Comune veneto ha siglato un accordo con i volontari di alcune associazioni, che accompagneranno le signore a teatro, assisteranno insieme a queste all’intero spettacolo (e questa forse sarà la parte più temibile, più eroica per i volontari) e poi le scorteranno alle auto. Se un cittadino ha paura di uscire la sera, e di frequentare certi luoghi come, a Conegliano, i parcheggi dell’ex area Zanussi (utilizzati spesso dagli spettatori del teatro Accademia), magari solo per il timore che quello scippo, quella rapina di cui i media parlano quotidianamente, possa capitare proprio a lui, bisogna andare incontro a questa preoccupazione. Perché a meno di voler accusare interi gruppi di amanti degli spettacoli, di essere suggestionati, o addirittura affetti da sindromi paranoiche, e allora il problema non sarebbe più di ordine pubblico ma psichiatrico, qualcosa il Comune doveva pure fare. 
Certo, questa iniziativa degli “angeli accompagnatori” (consigliamo però l’assessorato di rinunciare a queste diciture retoriche dato che non si tratta di giovani cherubini, ma di ex alpini o ex carabinieri), che è finalizzata anche al rilancio della stagione teatrale e dunque, in certo modo, non risponde solo a esigenze di pubblica sicurezza, non va intesa come un provvedimento di effettivo contrasto a manifestazioni criminose, altrimenti non staremmo parlando di insicurezza percepita, di sentimento di paura, ma di concreto pericolo. Un volontario al fianco fa sentire meno in pericolo né più né meno di come ci si sente meno in pericolo, la notte, se si passeggia per una strada buia in compagnia di amici, e non da soli. È la solitudine, la donna sola, che spesso, e comprensibilmente, manifesta più paura. Possiamo biasimarla? Solo se facciamo gli snob, e ignoriamo le preoccupazioni prodotte dal fatto che, da un po’, su tutti i giornali e i tg non manca un caso di stupro di cui, presunti colpevoli, vengono accusati individui di ogni genere, comunitari ed extracomunitari, civili e militari. Può questo non indurre un sentimento di paura? Non esiste neanche più uno specifico “nemico” da cui guardarsi, è come se il tessuto sociale stesso venisse percepito come slabbrato e la minaccia più inaspettata. 
Può anche darsi che i media abbiano calcato la mano, ma gli episodi sono veri. Né si vuole cercare un rapporto tra la paura delle signore all’uscita del teatro con fenomeni criminali dovuti a quella parte che solo le anime belle possono nascondere incivile e facinorosa delle recenti migrazioni. Nessuno, a Conegliano, ha detto di aver paura dei migranti. Ma non c’è dubbio che, data la gestione per lungo tempo avventurosa del fenomeno delle migrazioni, laddove sembrava che le nostre frontiere fossero inesistenti e chiunque, non solo i santi derelitti tanto utili ai nostrani benefattori dell’umanità, ma anche i criminali incalliti, potessero entrare, ecco che il senso di uno scarso controllo del territorio non può che aver aumentato la percezione di insicurezza. Soprattutto, dicevamo, nelle persone che conducono una vita solitaria. 
Pazienza dunque se ci saranno vili sfottò a chi ha semplicemente, umanamente paura, e pazienza se si sentiranno le solite voci supponenti contro “l’ossessione securitaria”, noi siamo ben contenti che le signore di Conegliano potranno, quest’anno, godersi tutti i vetusti Pirandello e Goldoni che vogliono, senza trepidare al momento di uscire dal teatro per andare a prendere la macchina.