la Repubblica, 10 ottobre 2017
Di cosa si parla a Londra. Mandarino, che passione
A 17 mila sterline di iscrizione l’anno (20 mila euro), la Kensington Wade è una delle scuole private più care di Londra. Eppure non ha un posto libero, perché offre qualcosa di nuovo sul mercato dell’istruzione: è la prima scuola elementare della capitale britannica dove si insegna a tempo pieno in cinese. «Cinese e codici informatici sono le lingue del futuro», ha ammonito sir Martin Sorrell, fluente in mandarino e amministratore delegato della Wpp, più grande agenzia pubblicitaria del mondo, a una cerimonia di benvenuto ai genitori degli scolaretti. Per chi vuole cominciare ancora più presto, riporta il Financial Times, c’è l’Hatching Dragons, primo asilo nido del Regno Unito bilingue: garantisce che i suoi piccoli allievi parleranno perfettamente inglese e cinese entro i cinque anni. Per ora, visti i prezzi, il fenomeno è ristretto alle “tiger mom” dell’élite, le mamme-tigri della classe dirigente, che vogliono assicurare un domani di successo ai figli. Ma la tendenza segnala un cambiamento più ampio: «Il cinese è la lingua emergente perché la Cina è la potenza emergente», nota Antonella Sorace, docente (italiana) di linguistica all’università di Edimburgo. Studiarlo garantisce una marcia in più. Una volta il principe Carlo disse che il “broken English”, l’inglese sgrammaticato dei non-inglesi, è la lingua più parlata del mondo. Un giorno, per tirare avanti, parleremo tutti un po’ cinese?