Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  ottobre 11 Mercoledì calendario

Voglio vivere per sempre

Zoltan Istvan è un atletico uomo di 44 anni, americano della California, transumanista e futurologo. In Italia non lo conosce nessuno ma negli Stati Uniti si è candidato alle ultime elezioni presidenziali e ha già detto che vuole correre per diventare il prossimo governatore della California quando si voterà nel 2018. Il suo programma elettorale è semplice e ambizioso: vivere per sempre. «Possiamo fermare questa cosa che chiamiamo morte. E il mio più grande obiettivo come governatore.
Sto cercando di vincere la morte con la scienza e la tecnologia», dice convinto al microfono di Lisa lotti, autrice con Irene Sicurella di Belli e immortali, l’inchiesta sul mito dell’eterna giovinezza in onda a Presa Diretta il 9 ottobre in prima serata su Rai3. «Io sono sicuro che i bambini nati oggi non moriranno mai, perché la scienza ci darà tutti gli strumenti per non ammalarci più. Ci sono idee che sembrano folli oggi ma domani diventeranno normali. Le voglio fare vedere una cosa che fino a ieri era fantascienza e che porto sotto la mia pelle».
Zoltan Istvan è uno dei 20 mila uomini al mondo che si è fatto installare sotto la pelle della mano un microchip piccolissimo, grande come un chicco di riso.
«Si inserisce con un’iniezione e ha un sacco di funzioni. Avviare la macchina, mandare un messaggio, accendere o spegnere il computer, effettuare un pagamento. Vai da Starbucks e strisci la mano, come fosse una carta di credito. Oggi siamo in 20 mila ad averlo, ma l’anno prossimo potremmo essere un milione, perché tutto va avanti molto velocemente». Zoltan ci crede. «Noi andremo sempre di più verso un uomomacchina. Conosco almeno sei compagnie al mondo che stanno costruendo un occhio bionico, da mettere sul retro della testa. Perché accontentarsi di due occhi? Perché avere due braccia quando puoi averne quattro? Perché avere solo due gambe quando una terza meccanica ti fa correre più veloce?». 1 deliri di un pazzo? No. Industria e scienza si sono buttate a capofitto sul business del «mai estinto» e si moltiplicano le aziende che offrono servizi di immortalità di ogni genere, anche quelli più radicali.
Quello che Lisa lotti ha attraversato, con la telecamera di PresaDiretta al seguito, é un mondo che ha dell’incredibile, ma fattura decine di miliardi di dollari all’anno. Ci sono quelli che puntano tutto sull’alimentazione e per non morire mai, muoiono di fame. Datteri rossi, semi di girasole, qualche verdura e tanta avena per non sentire i morsi della fame, queste sono le diete estreme della setta alimentare dei Cronies. Un’alimentazione basata sulla convinzione che, diminuendo all’osso le calorie ingerite e mangiando solo certi cibi, si potrà rallentare l’invecchiamento e vivere di più. Un regime austero che richiede una dedizione assoluta e che dura tutta la vita.
E quando la restrizione calorica non e abbastanza per fermare il tempo arriva in aiuto il sangue giovane. Chi sono i moderni vampiri che vogliono rubare il segreto dell’eterna giovinezza dal sangue dei ragazzi?
A San Francisco siamo entrati in Ambrosia, la prima company al mondo che commercializza sangue giovane anti-age. Nonostante sia ancora in fase sperimentale e non ci sia nessuna autorizzazione da parte dell’Fda – l’ente americano per il controllo sul cibo e sui farmaci – Ambrosia é perfettamente legale. «Inizieremo questo mese a iniettare del plasma di uomini giovani sotto i 25 anni su pazienti anziani. Poi studieremo come si sentono dopo il trattamento, i miglioramenti della memoria. Noi stiamo promuovendo un concetto nuovo di “invecchiamento in salute”», spiega Paul Kim, uno dei medici responsabili del progetto.
Sulla possibilità di trasformare il sangue dei giovani in medicina per i vecchi lavora anche l’Istituto per la Biologia dell’Invecchiamento dell’Università di Stanford. «Vogliamo identificare le componenti del sangue che hanno il potere di ringiovanire per sintetizzarle in una molecola e sviluppare successivamente un farmaco», ci ha detto Thomas Rando, un luminare della scienza dell’invecchiamento. Poi ci sono quelli che lavorano alle soluzioni più radicali. A Los Angeles recentemente ha aperto una company, la Kernel. Cento milioni di dollari di capitale iniziale e una missione: trovare il modo per «uploadare» il nostro cervello, cioè scaricarne tutto il contenuto su una memoria esterna, crearne delle copie c, se serve, espanderne le funzioni. Un cervello che sopravvive al tuo corpo, un cervello che non muore mai. «Il nostro sogno più grande é quello di riuscire a mappare ogni parte del cervello, finora siamo riusciti a comprendere il funzionamento di tre aree, ma per tutto il resto il cervello rimane ancora il nostro organo più misterioso». A parlare è Randal A. Kocnc. il giovane direttore scientifico della Kernel, con un curriculum di tutto rispetto. È infatti uno dei neuroscienziati e neuroingegneri tra i più apprezzati al mondo per il lavoro di ricerca di frontiera che svolge sulla «robotizzazione» dell’essere umano. «Il cervello e un oggetto fisico, possiamo immaginarlo come una specie di computer biologico che elabora delle informazioni. Quindi si potrà costruire un computer equivalente che potrà fare le stesse cose. Noi pensiamo che anche i sentimenti o le intuizioni siano generati dal cervello in quanto oggetto biologico. Ecco perché penso che riprodurre un giorno un cervello funzionante, con tutte le sue emozioni, non sia per niente fiction».
In attesa di riuscire nella missione di uploadare tutto il cervello, si comincia a cambiarne qualche pezzo, sostituendo parti usurate con dispositivi nuovi di zecca, per farti tornare nel pieno delle lue funzioni, forte e vigoroso come un bambino appena nato. Ecco quindi l’ippocampo artificiale che funziona meglio del naturale: «Vogliamo costruire codici che possano potenziare il cervello in alcune delle sue funzioni. Lo scopo è andare oltre i nostri limiti», conclude Koene. L’industria dei «pezzi di ricambio» umani è destinata a grandi successi commerciali, su questo scommettono tutti quelli che se ne intendono di finanza.
Infine ci sono quelli più previdenti, quelli che pensano al futuro anche più lontano, quelli che non vogliono un giorno doversi mai dire: «Perché non l’ho fatto?». Alcor Life Extcnsion è la più antica società al mondo specializzata nell’ibernazione post mortem, si trova nel deserto dell’Arizona e quando Lisa lotti ci è entrata ospitava 152 capsule d’acciaio che contenevano altrettanti corpi di uomini e donne a meno 196 gradi. Nonostante a oggi non esista alcuna tecnologia in grado di riportare in vita un corpo congelato, sono sempre di più le persone disposte a pagare fino a 200 mila dollari per farsi ibernare interi. Solo la Alcor Life Extension conta 1.150 «clienti» e negli Stati Uniti operano molte compagnie di assicurazione che offrono ai propri clienti polizze post mortem, per coprire l’intero costo della crioconservazione, nei secoli dei secoli. «I più ottimisti pensano che in 30 anni saremo in grado di far rivivere queste persone, ma potrebbe volerci molto di più. Non importa comunque, possono restare qui anche migliaia di anni perché nel loro corpo non c’è nessuna attività metabolica o chimica in corso», ci dice Max More, il direttore del Centro di Crioconservazione. «Ma lei come li considera, vivi o morti?», chiede Lisa lotti a bruciapelo e la risposta vale la pena di essere riportata: «Sicuramente non sono vivi perché non ci sono più funzioni attive. Ma non sono neanche del tutto morti. Sono come in un terzo stato. Del resto 50 anni fa. se il tuo cuore non batteva più venivi considerato morto, non si praticavano le manovre rianimatorie. Oggi noi rianimiamo continuamente le persone. Quelli che morivano negli anni Sessanta di infarto erano veramente morti o semplicemente non avevamo Iti tecnologia per rimetterli in vita? Vede, la definizione di morte non e poi così netta».
Diciamo la verità. Ormai l’abbiamo talmente interiorizzata questa voglia furiosa di allontanare il più possibile la morte che è entrata a far parte della nostra moderna antropologia, del nostro modo più profondo di essere. Lo sapevate che negli Stati Uniti, nel tentativo di combattere giorno dopo giorno, mese dopo mese i segni deH’invccchiamento, sono state iniettate nel 2016 sette milioni di fiale di botox? E che la tossina botulinica che blocca i segnali tra i nervi e i muscoli, distendendo le rughe, è la procedura estetica non chirurgica più richiesta al mondo? Rigenerare, riattivare, stimolare, modellare. Sono queste le nuove parole d’ordine di una industria estetica sempre più aggressiva e che conquista anno dopo anno quote sempre più alte di mercato. E non e più solo una questione di bellezza. In un mondo che rifiuta di morire, rimanere giovani e belli ha acquisito un valore ontologico, e la dimostrazione fatta carne, ossa, tette, culi, labbra e toraci superscolpiti che la battaglia contro la morte la stiamo vincendo noi. Non è forse un caso quindi che la più grande forma di comunicazione al mondo che mette in contatto la più grande platea di utenti è quella dei selfic: sono 34 miliardi le nostre facce condivise nel mondo, 5 volte gli abitanti del Pianeta. Novantatré milioni di autoscatti al giorno, 4 milioni l’ora! E siamo così interessati alla nostra immagine che passiamo mediamente, tenetevi forte, 753 ore. più di un mese, per catturare il nostro profilo migliore da mettere onlinc. L’industria lo ha capito subito e un gruppo cinese ha costruito una app con la quale puoi ritoccare il viso, farlo più bello, togliere le rughe, andare indietro nel tempo. Quelli della compagnia la chiamano beautification. Questa semplice ma geniale idea ha fruttato alla società cinese 4.6 miliardi di dollari di fatturato. La app è letteralmente esplosa. È stata scaricata su un miliardo di smartphone ed elabora più di 6 miliardi di foto al mese. In questa immensa bacheca di immagini «truccate» che viaggia ininterrottamente sulla Rete con numeri esponenziali, da vera e propria epidemia, non e difficile riconoscere una similitudine con le salme «abbattute» a meno 196 gradi, entrambe infatti vivono in un terzo tempo sospeso, quello dell’immortalità.