Libero, 8 ottobre 2017
Se vince il Sì all’autonomia oltre 10 miliardi in più di Pil
In Italia il federalismo regionale differenziato, quello che chiedono Veneto e Lombardia con il referendum del 22 ottobre, porterebbe benefici per oltre 10 miliardi di euro l’anno. Legati soprattutto a una maggiore autonomia amministrativa delle regioni virtuose come il Veneto, che in tre anni vedrebbe un aumento del Pil pari al 2,7%, e ad un maggior controllo statale sull’amministrazione di quelle non virtuose. Questi numeri escono da uno studio sul federalismo differenziato compilato lo scorso anno da Unioncamere Veneto.
Lo studio divide il Paese in Regioni virtuose e Regioni non virtuose e calcola un indice di «virtuosità» in base a parametri come l’autonomia finanziaria, l’indebitamento regionale, l’equilibrio finanziario corrente, la velocità di pagamento dei debiti, la soddisfazione dell’offerta ospedaliera, il numero di dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti, i costi fissi della pubblica amministrazione e la media degli stipendi dei dipendenti pubblici.
Ne esce una mappa d’Italia differenziata proprio in base alla virtuosità delle singole Regioni. In testa alla classifica c’è la Lombardia con un indice di 132 punti, seguita da Emilia-Romagna (128 punti) e Veneto (125 punti). Il resto delle regioni centrosettentrionali è molto staccato, con un indice di virtuosità medio attorno a 100 punti, mentre le regioni meridionali, sono lontanissime. Spiccano, in fondo alla classifica, il Lazio con 80 punti e il Molise con appena 46.
Correggendo questi indici in base al numero di abitanti regione per regione (in quelle piccole la popolazione ridotta potrebbe falsare il risultato finale), il beneficio in termini di Pil aggiuntivo generato per l’intero Paese è quantificabile tra lo 0,6% e lo 0,8%. Una percentuale capace di spostare in modo significativo anche il rapporto fra deficit e Pil.
Al risultato dei 10,2 miliardi di Pil aggiuntivo, si perviene grazie ai 5,8 miliardi di ricchezza aggiuntiva prodotta dall’autonomia nelle tre regioni più virtuose, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Cui si aggiungono circa 4,4 miliardi ottenuti attraverso una riduzione degli sprechi nelle Regioni meno virtuose. Una cifra che potrebbe anche salire se fosse applicato correttamente il principio dei costi standard nelle amministrazioni che si distinguono per un controllo difettoso sulla spesa.
Il modello elaborato da Unioncamere Veneto, non prevede che venga meno la solidarietà nei confronti delle regioni più povere e più spendaccione, che continueranno ad essere aiutate in misura diversa da quelle più ricche e più virtuose.
Questa analisi è confermata pure da uno studio comparativo condotto dall’ufficio studi della Cgia di Mestre su dati diffusi da fonti diverse e al di sopra di ogni sospetto: Agenzia per la Coesione Territoriale, Ragioneria Generale dello Stato, Istat, Prometeia e Fondazione per la Sussidiarietà. Con la maggiore autonomia alla base del referendum dell 22 ottobre, il solo Veneto potrebbe contabilizzare almeno 3 miliardi di Pil aggiuntivo in 5 anni. Mentre le Regioni a statuto ordinario ne contabilizzerebbero ben 25 di miliardi in più. Senza tagliare i trasferimenti.