la Repubblica, 8 ottobre 2017
Di cosa si parla a Reykjavík. Che bellezza volare islandese
Islanda, l’isola che vola. Tempi di crisi per molte compagnie aeree, low cost e non solo, in tutto il mondo. Ma ci sono anche curiose eccezioni. Una di queste è l’Islanda, diventata una delle mete predilette del turismo globale. Per quanto possa sembrare paradossale, pur avendo appena 330mila abitanti, l’isola nordica possiede due vettori per i collegamenti internazionali. Il primo, la compagnia di bandiera, si chiama Icelandair, e ha una flotta di 32 jet. Il secondo vettore esiste dal 2012 e continua a espandersi senza sosta. Si chiama Wow air, ha una flotta di 17 aerei, tutti Airbus inclusi tre A330 a corto raggio. Entrambe hanno base a Keflavìk, l’aeroporto di Reykjavík, e sono affiancate da compagnie minori per gli indispensabili voli interni, visto che l’isola non dispone di ferrovie. D’altra parte offrono voli transatlantici Nordamerica-Europa a prezzi stracciati ma con ottimo servizio a bordo. E per chi vuole, soste di qualche giorno per ammirare l’Islanda, le sue bellezze naturali, la vita culturale. Particolare: se arrivi a Keflavík, distante dalla capitale, non devi sbancarti con un esoso taxi. Gli autobus di linea ti portano alla stazione centrale dei bus, da là senza sovrapprezzo dei bus più piccoli ti portano in albergo. Peccato, notano molti islandesi, che il sovraffollamento di turisti (due milioni l’anno) crei problemi inevitabili alla difesa della natura. Ma il futuro, si sa, è il cielo.