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 2017  ottobre 09 Lunedì calendario

L’ascesa di lady Kim. La sorella del dittatore a 30 anni nel Politburo

PECHINO La sorella del Corsaro Rosso, Kim Yo-jong, la ragazzina che accanto a Kim Jong-un sei anni fa piangeva davanti alle telecamere la dipartita del Caro Leader e caro papà Kim Jong-il, adesso è la donna più potente di Pyongyang: dopo, s’intende, Ri sol-ju, la moglie del Giovane Maresciallo che gli ha già scodellato tre eredi (e un maschio!) per la prosecuzione della specie. Cronache dalla Corea del Nord. Mentre Donald Trump dice che lassù «capiscono una cosa sola», minacciando ancora una volta l’azione militare, e Kim Jong-un risponde che il nucleare è il solo «potente deterrente» in questa «complicata situazione internazionale», il regime fa festa in famiglia. Kim Yo-jong è stata promossa, nel ristrettissimo Politburo, alla destra del fratello: riconoscimento dovuto alle sue straordinarie capacità di responsabile della propaganda ma forse, come suggerisce più di qualcuno, a partire da Ahn Chan-il, uno dei più famosi defector, anche per aver concepito il plot dell’assassinio di Kim Jong-nam, il suo stesso fratellastro, l’unico ipotetico contendente del trono di “Rocket Man”. Possibile? «Non posso pronunciarmi sulla connection nell’assassinio» dice a Repubblica l’analista Ankit Panda «ma certo la sua promozione sembra consolidare la presa della giovane generazione sul regime». È il “ringiovanimento” che Kim Jong-un ha legato al “byungjin”, l’avanzamento parallelo nel campo del nucleare e dell’economia. Anzi. Nel campo dell’economia la giovane Kim Yo-jong si sarebbe portata così avanti che da gennaio il ministero del tesoro Usa l’ha inserita nella sua lista nera per «gravi abusi dei diritti umani». Quali? Beh, qui basterebbe collegare i puntini dei si dice. A cominciare dall’eliminazione di Jang Song-thaek, il potentissimo zio che dialogava con Pechino, ucciso dandolo in pasto ai cani, secondo la ricostruzione più cruenta, o spappolato dai cannoni, secondo quella, se possibile, meno cruenta. Jang aveva fatto carriera sposando Kim Kyong-hui, la sorella di Kim Jong-il nonché “cassiera” di famiglia: ruolo oggi passato proprio a Kim Yo-jong. Per la signorina, dunque, è una super promozione: guadagnata sul campo, e naturalmente sempre di famiglia.
Da due anni alla guida della mastodontica sezione del governo destinata alla promozione del culto del capo, cioè del Dipartimento Agitazione e Propaganda del Partito dei lavoratori, Kim è la Grande Sorella in questo regime da Grande Fratello. Sarebbe stata lei, per esempio, a favorire l’immagine “moderna” del giovane leader, invitandolo a ospitare Dennis Rodman, l’ex stella Usa del basket. Sister Kim avrebbe del resto respirato anche lei l’aria serena dell’Ovest quando, bambini, con l’attuale leader e l’altro fratello Kim Jong-chol vissero più o meno felici e contenti in Svizzera sotto l’ala di Ko Yong-suk, la zia chioccia che poi invece fece armi e bagagli e scappò negli Usa dove oggi, pensa te, vivrebbe. Perché tutto, si sa, in questa saga è da coniugare al condizionale. Come il bimbo che la ragazza (28 anni per la Cia, 30 per il regime: non c’è certezza neppure sull’età) avrebbe avuto da un compagno di banco del corso di informatica dell’università di Pyongyang intitolata, guarda caso, al fondatore della patria: il nonno Kim Il-sung. Tutto, come al solito, rigorosamente in famiglia.