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 2017  ottobre 06 Venerdì calendario

Warren Buffett punta su Cattolica. Berkshire Hathaway compra il 9% dalla PopVicenza

Warren Buffett scommette sull’Italia, sceglie le polizze e – sorpresa – coglie al volo l’opportunità che gli si presenta su Cattolica Assicurazioni. La Berkshire Hathaway, la società di investimenti dell’oracolo di Omaha – leggendario per la sua capacità di scovare cavalli vincenti e che tra il 1965 e il 2016 ha visto rendimenti medi annui attorno al 20% – ha rilevato il 9,047% della compagnia dalla Banca Popolare di Vicenza in liquidazione. E ora l’uomo d’affari è il primo azionista della società di assicurazioni con sede a Verona. Il punto è che, pur essendo il socio numero uno, conterà come gli altri. Ricordate lo schema delle vecchie banche popolari (in realtà, tra le quotate, funziona ancora così alla Popolare di Sondrio)? Ecco, anche la Cattolica, quotata a Piazza Affari, è una società cooperativa. Vuol dire che in assemblea, quando si tratta di votare, una testa vale un voto. Non conta il numero delle azioni detenute. Non solo. A norma di statuto, non può diventare socio, e dunque votare, chi «non professi la religione cattolica e non abbia manifestato sentimenti di adesione alle opere cattoliche».
Dunque, anche dopo aver speso intorno a 116 milioni di euro – niente nell’oceano dei 665,6 miliardi di dollari delle attività gestite dalla Berkshire – Buffett a Verona non conterà più di uno storico socio che in tasca ha tre azioni.
Così ora c’è chi scommette che con l’arrivo dell’investitore del Nebraska qualcosa possa cambiare anche alla Cattolica. Che – in quanto assicurazione – è stata «graziata» anche dalla riforma delle popolari voluta da Renzi, peraltro finita in freezer in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale. Ma laddove non c’è riuscita la legge potrebbe essere il miliardario, terzo uomo più ricco d’America, a dare il colpo di grazia al voto capitario. Non sarà facile, dovendo convincere i due terzi di un’assemblea che sarebbe costretta a cedere la sua sovranità e cedere così al vecchio, «cucciano» articolo quinto, quello secondo cui chi ha i soldi ha vinto.
L’acquisto delle quote veronese non è il primo di Buffett in Italia: ha già fatto incursioni per comprare aziende soprattutto di meccanica e nel 2016 – attraverso la controllata Marmon Food – ha acquisito la Angelo Po, specializzata in cucine professionali. Ora la scommessa passa da Piazza Affari. L’operazione scaligera rappresenta inoltre un atto di fiducia nei confronti del nuovo corso della società avviato da Alberto Minali, ad di Cattolica dallo scorso giugno e proveniente dalle Generali, dove era direttore generale e finanziario, prima che la sua strada si separasse da quella di Philippe Donnet. Adesso è al lavoro per presentare a fine anno il nuovo piano industriale delle assicurazioni veronesi. E accoglie la novità di Buffet grande azionista con «enorme soddisfazione». «Lo considero un grande atto di fiducia nei confronti della compagnia e del suo management – afferma l’amministratore delegato – e una straordinaria occasione per Cattolica, viste le opportunità che questa presenza così prestigiosa nel suo capitale può aprire».
L’ingresso dell’investitore americano accende ancora di più i fari sul piano industriale di Cattolica che Minali vorrebbe accompagnare da un accordo di bancassicurazione col Banco Bpm così da avere accesso alla terza rete bancaria italiana per la distribuzione dei propri prodotti. Per il resto tutti gli sguardi sono ora puntati sul titolo a Piazza Affari, vista la fama di Buffet. La vendita delle azioni è stata fatta a 7,35 euro ad azione, con un piccolo premio rispetto alla chiusura di Borsa del titolo (-0,14% a 7,31 euro). Ma già oggi i titoli potrebbero prendere il volo, con gli investitori pronti ad accodarsi al fiuto per gli investimenti dell’oracolo di Omaha e a scommettere sulla prossima trasformazione di Cattolica in una società per azioni finalmente contendibile.