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 2017  ottobre 06 Venerdì calendario

Fabbrica, quel dossier fantasma sul progetto Capitale del M5s

Per ora sono stati avviati soltanto due tavoli di lavoro, sulla mobilità e sulle aziende partecipate. Il progetto Fabbrica di Roma – lanciato prima dell’estate dal Campidoglio – per il resto è ancora alle battute iniziali. Eppure è proprio da quest’iniziativa, lanciata in accordo con i sindacati, che Virginia Raggi vorrebbe trarre gli spunti e le idee – dall’incremento della competitività economica della Capitale ai progetti innovativi per il futuro – da allegare al dossier sul tavolo per il rilancio di Roma, voluto da Carlo Calenda. Per presentare al ministero dello Sviluppo economico un piano ben dettagliato servirebbe una notevole accelerazione dei lavori della Fabbrica, al momento difficile da immaginare, almeno nei tempi stretti richiesti dal confronto tecnico al via con il Mise, le altre istituzioni e le parti sociali.

I SETTORI
L’idea di base dell’amministrazione capitolina poggia su quattro pilastri: innovazione, infrastrutture con grandi e piccole opere, semplificazione, defiscalizzazione. Con l’obiettivo finale di «contrastare la tendenza alla deindustrializzazione e mantenere vivo il tessuto produttivo». I temi vanno però riempiti con progetti concreti, magari con il recupero di finanziamenti adeguati che, però, non possono essere aggiuntivi a quelli già messi a disposizione da Stato e Regione Lazio. Proprio in quest’ultimo punto ci sono due obiettivi strategici di Palazzo Senatorio, che saranno discussi al tavolo del ministro Calenda: la rinegoziazione del debito storico del Comune di Roma, con una revisione del piano di rientro che sblocchi fondi per Roma Capitale, e il censimento delle risorse, dagli immobili al personale delle municipalizzate, disponibile per lo sviluppo dei progetti da realizzare.

LE INFRASTRUTTURE
Il dossier finale del Campidoglio conterrà comunque un piano di infrastrutture per modernizzare la città e migliorare i collegamenti tra i vari quartieri, all’insegna della mobilità sostenibile: nuove linee di tram, la funivia e un sistema capillare di corsie preferenziali e piste ciclabili. Quindi sarà presentato un vasto programma di recupero delle periferie, anche e soprattutto sul piano sociale e culturale, che parta da quartieri simbolo del degrado, come Corviale e Tor Bella Monaca, per poi passare al tema della manutenzione straordinaria degli edifici scolastici. Ma si parlerà anche delle carenze della Capitale, nella capacità di innovazione e nei rapporti con le università, che rendono la Città eterna meno attrattiva per le imprese. Tutto ciò sempre tenendo presente le incognite dei tempi (strettissimi) e dei fondi (da recuperare). Altrimenti, Roma rischia di sprecare l’ennesima occasione per un rilancio che non può più attendere.