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 2017  ottobre 06 Venerdì calendario

«Hanno offeso i figli di Francesca. Orgoglioso di essere intervenuto».Intervista a Claudio Santamaria

«È qui con me, te lo passo». Il telefono migra dalle mani di Francesca Barra a quelle di Claudio Santamaria. «Sottoscrivo tutto quello che ti ha appena detto Francesca» attacca lui. «Sono orgoglioso di essermi esposto in questa battaglia e voglio andare fino in fondo assieme a lei. Trovo inaccettabile che chi se la prende con i bambini possa passarla liscia. Spero solo che arrivino le conseguenze e che questa gente paghi per quello che ha fatto, perché sarebbe un bell’esempio per dare il coraggio di denunciare a chi viene diffamato o minacciato e subisce in silenzio».
Un passo indietro. Mercoledì sera l’attore Claudio Santamaria ha diffuso via Instagram un video per raccontare quello che Francesca Barra, giornalista, scrittrice e da qualche mese sua compagna di vita, aveva svelato in più messaggi affidati ai social. E cioè che da luglio in poi ha sopportato minacce di morte rivolte a lei, ai suoi tre figli e anche al suo nuovo compagno. Cosucce tipo: «Tr... come queste vanno arse vive» o «che Dio punisca te e poi i tuoi figli». A far partire la girandola degli insulti e delle offese – hanno ricostruito Francesca e Claudio – è stato Domenico Mimmo Leccese, un funzionario della Regione Basilicata che ha cominciato con un messaggio su Facebook: «Praticamente da tempo scopano a Roma e a Matera» ha scritto dopo che un giornale locale aveva pubblicato foto e notizia dei due a una festa di paese nella loro terra (sono entrambi di origini lucane). Il secondo post del funzionario non si è limitato all’uso sgradevole di certi verbi: «L’ultima figlia della Barra – diceva – ha lineamenti e carnagione scura, secondo i ben informati, che lasciano intravedere la somiglianza con il papà lucano!».
Da lì in poi è stata una pioggia di insulti, giudizi, parolacce contro la giornalista che avrebbe fatto al mondo il torto di separarsi con una bimba piccolissima. E insinuazioni, ovviamente, sulla paternità della bambina.
«A mio figlio di 11 anni i suoi amichetti hanno chiesto: perché dicono che tua madre è una tr...? Siamo arrivati a questo livello» se la prende Francesca. «Il funzionario si è beccato una denuncia per diffamazione da me, dal mio ex marito e da Claudio. E su chi ci ha minacciato sta lavorando la polizia postale». Ma è lui il più arrabbiato, Claudio. «Francesca ha provato a chiedere a quel tizio di cancellare il post ma non ha voluto. Anzi, le ha chiesto di fare il test del Dna. E allora dico: va bene, facciamo sto’ test. Ma se hai sbagliato paghi le conseguenze. Ieri (mercoledì ndr ) mi ha chiamato. Dice che è stata una goliardata in un momento di gossip. Eccomenò! Se tiri in ballo la bambina che goliardata è?».
Lui, Mimmo Leccese, scinde il suo ruolo pubblico dalle sue azioni private. Dice che ha scritto i suoi post fuori dall’orario di lavoro: «Qualcuno è in cerca di visibilità e stanno cercando di montare un caso contro di me, ma sarò libero di scrivere quello che voglio quando non sono in ufficio?».
«Esiste un codice deontologico – è la risposta di Santamaria – e poi che senso ha fare una cosa nella vita e un’altra sul web? Lui è un funzionario pubblico che paghiamo noi. Ma dove siamo finiti? Dove sono il decoro, il buongusto, i comportamenti gentili? Continua a postare messaggi per sminuire tutto e mai che scriva: chiedo scusa».
Sono d’accordo su tutto, Francesca e Claudio, ma in particolare su un punto: «Chi sparge odio, veleno o fango via Internet meriterebbe l’esclusione totale da tutti i social».