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 2017  ottobre 04 Mercoledì calendario

Colosseo, riapre l’attico era la tribuna dei plebei

ROMA Il clamore arrivava assordante, in quei momenti febbricitanti di acclamazione che vedevano coinvolto l’intero pubblico di 50 mila persone. Una bolgia infernale di rumori e odori che salivano pungenti, quelli degli animali (terrorizzati e affamati da giorni), ma anche della varia umanità che riempiva gli spalti: tant’è che era previsto persino personale addetto alla diffusione di profumi. E poi la visibilità dei combattimenti e delle cacce: «Il luccichio delle corazze dei gladiatori, i colori delle piume dei costumi, gli animali bardati, la percezione dello spettacolo era solo di una massa e non del singolo, anche perché all’epoca non avevano occhiali da vista», racconta l’archeologa responsabile Rossella Rea. 
Siamo sull’attico, il livello più alto del Colosseo, ad oltre 42 metri d’altezza dal piano stradale, dove sedeva la plebe sugli spalti in legno (il «meniano in ligneis»). Ma quello che duemila anni fa era il piano gerarchico meno ambito, diventa oggi il più desiderato. È questo il traguardo del nuovo percorso di visita interno dell’Anfiteatro Flavio svelato ieri dal ministro della Cultura Dario Franceschini che l’ha definito «un’esperienza fortissima che ogni turista porterà con sé». Una salita ripida (gli scalini originali diventano più alti) verso la vertigine della storia, accessibile dal primo novembre, per gruppi di 25 persone su prenotazione. E davvero il Colosseo non sembra più avere segreti. Dai sotterranei aperti nel 2010, la visita conquista ora la vetta del IV livello (quello che in età Flavia era occupato dagli scranni della piccola borghesia e dei commercianti), e del leggendario V livello dell’attico plebeo (il biglietto, aggiuntivo ai 12 euro d’ingresso, costa 9 euro, gratuito sotto i 12 anni, e 15 se unito alla visita di sotterranei). Una tappa strategica per il monumento blockbuster d’Italia, cuore del nuovo parco archeologico promosso all’autonomia gestionale dalla riforma di Franceschini, guidato dalla direzione ad interim di Federica Galloni e in attesa della nomina del nuovo direttore entro il 31 dicembre. Nuovo ente di cui il ministro ha ribadito che «non distaccherà l’area archeologica da Roma, ma la valorizzerà fino in fondo». E non poteva che essere Rossella Rea, ieri, direttrice responsabile di lungo corso, a fare gli onori di casa in questa porzione inedita di Colosseo, svelata dopo quarant’anni di chiusura, e un complesso intervento avviato nel 2010. Il nuovo percorso comincia al terzo livello dell’anfiteatro con l’attraversamento dell’unica galleria ancora conservata com’era in origine (dove spiccano intonaci di colore, riportati alla luce grazie a un capillare restauro), con tanto di toilette, praticamente dei buchi nel pavimento. 
GALLERIA E TOILETTE «Una galleria intermedia – spiega Rea – che aveva una funzione di smistamento del pubblico che raggiungeva i piani più alti della cavea». L’attico appunto, che appare come una terrazza mozzafiato così come l’aveva restaurato nell’800 Luigi Canina. «In realtà il suo desiderio era quello di ricostruire la struttura porticata che copriva i sedili dei plebei – racconta Barbara Nazzaro responsabile tecnico – Canina scrisse anche una lettera al papa per chiedere soldi per l’impresa, senza successo». Oggi sfilano i marmi originali delle basi delle colonne di quel porticato. Qui le famiglie del popolino trascorrevano anche intere giornate, mangiavano, e in certi casi si preparavano i pasti, racconta Rea, «pollo e cereali soprattutto, cuocendolo su fornelli di fortuna dei quali durante i restauri abbiamo trovato i frammenti». L’impostazione del Colosseo d’altronde era da stadio moderno (altro che campo da baseball come lo definì l’ex presidente Barack Obama). Anche i plebei entravano con le tessere numerate per settore (la gratuità era per tutti). E Franceschini, ora, guarda già ai restauri dei sotterranei (il contratto d’appalto è alla firma, i lavori partiranno a breve e dureranno circa un anno e mezzo) e alla contestata copertura dell’arena, il progetto che lui ha fortemente voluto e al quale ha destinato 18 milioni di euro.