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 2017  ottobre 04 Mercoledì calendario

L’amaca

Svegliarsi all’alba e andare a dormire presto non è un’abitudine come un’altra. È la maniera più semplice per accordarsi al ritmo di madre Terra: insieme a lei, alle sardine, ai broccoli, ai calabroni e a ogni altro vivente, noi ruotiamo attorno al Sole. Il Nobel per la Medicina a tre americani (armati di microscopio, non delle fottute armi da fuoco) ci permette di familiarizzare con la bellissima parola “circadiano”, che viene dal latino circa diem (intorno al giorno). Dentro di noi esiste un “orologio circadiano” e i suoi meccanismi non sono solamente culturali o psicologici: sono fatti di proteine e regolati dai geni.
Ho sonno presto e spesso mi sveglio ai primi lucori e al canto degli uccelli. Dunque ho esultato, sentendomi un poco Nobel pure io. Subito dopo ho riflettuto sui fusi orari dei ragazzi, di quasi tutti i ragazzi occidentali, e ho pensato quanto scassati devono essere, i loro orologi interni, dopo lunghi anni trascorsi andando a dormire poco prima dell’alba e non vedendone mai una, di alba. Spesso ho incontrato uno dei miei conviventi mentre uscivo, e lui rincasava per ficcarsi a letto fino al pomeriggio. Nel mio scadente armamentario educativo, non avevo questo argomento in più: “smettila di essere così poco circadiano”. E poi avevo troppo sonno, dopo una cert’ora, per mettermi a discutere.