Corriere della Sera, 4 ottobre 2017
«Figlio assunto per finta alla Camera». Il sottosegretario rimette le deleghe
ROMA Una «parentopoli» si abbatte su Montecitorio. E dopo esser stato oggetto di un’inchiesta della trasmissione Le Iene costringe Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa, a rimettere le deleghe. E da Sydney, dove si trova per l’apertura del Pacific 2017, Rossi prova a difendersi così: «Sono accuse infondate e lesive della mia persona quelle che mi sono state rivolte. Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione».
La vicenda rimanda alla denuncia di una giovane assistente parlamentare, costretta a rivolgersi alla trasmissione di Italia 1 perché sostiene di lavorare senza contratto e senza alcuna retribuzione da un anno e mezzo per il deputato Mario Caruso, eletto con Scelta Civica e oggi fra le file di Centro Democratico. E di aver subito anche avances documentate in un video. Dopo il danno c’è la beffa. Perché in un colloquio con una telecamera nascosta Caruso mette a verbale di avere assunto il figlio del sottosegretario Rossi per fare una «cortesia» al padre. Quale? Il membro del governo non lo avrebbe potuto assumere. In questo contesto si è mosso Caruso, il quale ha precisato alla giovane assistente parole di questo tenore: «Lo paga il padre». A ciò si aggiunge un altro elemento: Fabrizio Rossi, figlio del generale, non si sarebbe mai presentato negli uffici di Montecitorio. Il tutto scatena le ire di Rossi che non ci sta a passare per chi avrebbe chiesto un favore a Caruso.
«Mio figlio – replica – ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione». E poi conclude: «Ho dato mandato a un legale per tutelare l’immagine mia e di mio figlio».
In un Transatlantico, affollato per i lavori d’Aula, il grillino Danilo Toninelli attacca: «Le dimissioni di Rossi non ci bastano». Adesso, aggiunge, «si deve dimettere anche da deputato e lasciare il posto a qualcuno più degno di lui». Per Sinistra Italiana prende posizione Nicola Fratoianni: «Ci auguriamo che sia fatta chiarezza e vi sia una verifica». Imbarazzo fra le file di Centro Democratico, il gruppo parlamentare cui appartengono Rossi e Caruso. Lorenzo Dellai, capogruppo di Cd, invoca chiarezza: «Ho avuto una reazione di grande stupore e grande sconcerto. Mi pare giusto attendermi dai due colleghi interessati delle spiegazioni esaustive e convincenti». Ma non finisce certo qui l’affaire. Raccontano che Laura Boldrini sia rimasta sconcertata dalla vicenda. E a sera definisce «inaccettabile» la vicenda messa in evidenza dal servizio delle Iene. La presidenza della Camera chiederà «al Collegio dei Questori una approfondita ricostruzione dell’accaduto, per valutare eventuali iniziative da assumere sia sulla specifica vicenda, sia in merito a una diversa regolamentazione di tutta la materia». Anche perché, sottolinea, «la vicenda ripropone anche la necessità di una differente regolamentazione dei rapporti economici fra deputati e collaboratori».