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 2017  ottobre 03 Martedì calendario

I pontefici e il cinema, una storia sorprendente. Una mostra alla Triennale di Milano

«Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima». Cita Ingmar Bergman monsignor Dario E. Viganò, prefetto della Segreteria per la Co- municazioni della Santa Sede, inaugurando ieri alla Triennale di Milano la corposa ed originale mostra fotografica promossa dall’Ente dello Spettacolo Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario, patrocinata tra gli altri dalla segreteria per le Comunicazioni della Santa Sede, dal ministero dei Beni culturali, dall’ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali, dall’arcidiocesi di Milano. Viganò ha ripercorso l’evoluzione del rapporto tra papato e cinema, a partire dall’enciclica Vigilanti cura di Pio XI fino a papa Francesco «che intende la comunicazione come ampliamento degli orizzonti, dono e responsabilità, e prossimità nel nome della misericordia. Per il Papa – conclude Viganò – film come La strada di Fellini o il cinema neorealista sono una catechesi laica, una catechesi di umanità». La mostra, a cura di Gianluca Della Maggiore (ingresso gratuito, aperta fino al 18 ottobre), poiché propone una carrellata di oltre cento pannelli e più di trecento tra scatti di scena, fotogrammi, prime pagine e documenti, spesso inediti, opere originali. «Dai pronunciamenti di Pio XII al Pastor Angelicus, dall’incisività mediatica di Bergoglio a The Young Popedi Sorrentino, la mostra racconta, attraverso un suggestivo percorso multimediale, un passo a due – spiega il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, don DavideMilani –: da una parte richiamando alla memoria la predicazione della Chiesa in materia di audiovisivo, dall’altra il modo in cui l’audiovisivo si è rapportato alla Chiesa e al successore di Pietro, come ne ha rimesso in questione l’aspetto iconico e, conseguentemente, il potere normativo e simbolico lungo il processo di secolarizzazione che dal ’900 in poi ha investito il Sacro in molte delle sue espressioni».
L’allestimento è chiaro ed esaustivo, oltreché ricco di chicche e curiosità. La prima sezione, I Papi e il cinema è costituita da due sottosezioni: la prima intitolata
Sequenze di Storia: incontri, parole, fotogrammi in cui si documenta, da Leone XIII (il primo ad essere filmato in Vaticano nel 1898 da due registi americani) a Francesco, l’evoluzione del rapporto tra i pontefici e il cinema attraverso le parole del magistero. Gli incontri con il mondo dello spettacolo, i documentari storici e i film nei quali i pontefici si son prestati all’eccezionale ruolo di “attori” come Pio XII in Pastor Angelicus nel 1942. Nella seconda, dal titolo Sguardi cinematografici, si mettono a fuoco i momenti recenti in cui l’estetica del cinema ha influenzato il racconto audiovisivo dei papi, incontrando artisti come Ermanno Olmi e Wim Wenders.
Nella seconda sezione, I papi nel cinema, si scopre come cinema e tv hanno interpretato la figura papale. In Sceneggiature papali: la storia nel cinema, storie di cinema si illustra l’incontro tra la storia dei pontefici e il cinema dal primo film La presa di Roma del 1905 di Filoteo Alberini su Pio IX sino alle Sfumature di verità del 2015 su Pio XII. In Storie alternative: The other Pope i protagonisti sono i papi di fantasia come l’incerto Michel Piccoli inHabemus Papamdi Moretti o lo sprezzante Jude Law di The young Pope.
In Biopic: dall’uomo a Pietro, da Pietro all’uomo si entra nel mondo della biografia cine-televisiva, spesso di grande successo popolare in tv, come le varie fiction su Giovanni Paolo II, Giovanni XXIII, Paolo VI. A conclusione del percorso, una postazione dedicata a La rivista il cinematografo e i papi, dove si presentano le pagine più significative che il periodico di cinema più antico ha dedicato ai pontefici.