la Repubblica, 3 ottobre 2017
Di cosa si parla a Minsk. Le campane moleste
È iniziato tutto con lo sfogo di un ecclesiastico. Padre Uladzislaw Zavalnyuk, rettore della Chiesa cattolica dei Santi Simone ed Elena, si lamentava perché il municipio gli aveva ordinato di non suonare più le campane. Motivazione ufficiale: «Disturbano i residenti». «Ci sono così tante chiese a Minsk – protestava il parroco con un sito web – ma solo a noi impongono divieti». Sui social è iniziato subito il tam tam anche perché la “Chiesa Rossa”, com’è chiamata la chiesa cattolica, è uno dei monumenti storici di Minsk. L’edificio si trova tra palazzi governativi. A chi darebbero mai fastidio le campane?, si sono chiesti tutti. Forse agli stessi funzionari? «Il suono interrompe i sonnellini dei nostri burocrati o gli fa tremare le mani facendo cascare le mazzette che cercano di arraffare», è stata l’ipotesi applaudita di un utente. Qualcuno ha persino azzardato: «La Chiesa ortodossa è gelosa!». Che il governo filorusso favorisca la Chiesa ortodossa è infatti idea diffusa nel Paese. A far placare la ridda di accuse è stato il portavoce della Conferenza episcopale cattolica locale. «Non c’è nessun ordine di divieto», ha detto padre Yuryy Sanka, spiegando che sarà necessario disattivare lo scampanio elettronico solo durante dei lavori di restauro previsti a fine autunno. Tutto un malinteso dunque. Molto rumore per nulla. E nessun scampanellio per un po’.