Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  ottobre 03 Martedì calendario

L’amaca

Che rapporto c’è tra una identità nazionale inventata, sprovvista di lingua unitaria e storia unitaria, malvista dalla grande maggioranza della popolazione locale (la Padania); e una identità nazionale vera, fondata su una secolare unità storica e linguistica, fortemente voluta dalla grande maggioranza della popolazione (la Catalogna)? La risposta è facile: nessun rapporto. Eppure vedrete che spunteranno come i funghi, gli accostamenti e gli apparentamenti propagandistici, e sulla scia dei gravi e importanti avvenimenti iberici ci sarà chi cerca di cavarne qualcosa anche nel proprio orticello, per esempio dare più lustro ai poco significanti “referendum per l’autonomia” convocati in Lombardia e Veneto.
Non vi spaventate, si chiamano “per l’autonomia” ma sono banali referendum regionalisti, tesi a sancire un già sancito e più che tollerato margine di indipendenza delle Regioni in alcune scelte e per alcune funzioni. Il vero difetto del localismo, anche quando sia ben motivato come a Barcellona, è che funge da contagio e da pretesto anche per localismi infimi e ingiustificati. L’equivoco vale nei due sensi: noi italiani abbiamo, nei confronti della questione, motivati pregiudizi, cerchiamo di non estenderli – non sarebbe giusto – da Busto Arsizio a Barcellona.