Corriere della Sera, 3 ottobre 2017
E l’algoritmo di Google condanna un innocente per la strage di Las Vegas
E ra già successo dopo l’attentato alla maratona di Boston nel 2013. Ieri, con l’attacco a Las Vegas, la conferma: gli algoritmi «condannano» gli innocenti. Erano passati pochi minuti dalla sparatoria, quando su 4chan, nei canali più complottisti e vicini alla alt right, gli utenti hanno iniziato a condurre indagini fai da te. Ai «segugi-troll» è bastato che la polizia diffondesse il nome della compagna del killer per risalire a Geary Danley, definito «autore della sparatoria» e «attivista anti Trump». Tutto falso.
Malgrado 4Chan non sia un sito di informazione, l’algoritmo di Google ha pescato questi post e li ha inseriti tra le Top Stories sulla sparatoria. Morale, chiunque andasse a cercare notizie sull’attacco su Google News in inglese trovava il nome di Danley, estraneo alla vicenda. Come sottolinea Mashable, non è la prima volta che accade. Google si è scusato per l’accaduto. Ma è evidente come il rapporto tra propaganda e informazione stia diventando una matassa difficile da districare.