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 2017  ottobre 02 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA STRAGE DI LAS VEGASILPOSTPiù di 58 persone sono rimaste e uccise e altre 515 sono state ferite in una sparatoria a Las Vegas, iniziata intorno alle 22 ora locale, le 4 in Italia, quando un uomo ha sparato contro il pubblico di un concerto di musica country dalla sua stanza al 32esimo piano di un albergo

APPUNTI PER GAZZETTA - LA STRAGE DI LAS VEGAS

ILPOST
Più di 58 persone sono rimaste e uccise e altre 515 sono state ferite in una sparatoria a Las Vegas, iniziata intorno alle 22 ora locale, le 4 in Italia, quando un uomo ha sparato contro il pubblico di un concerto di musica country dalla sua stanza al 32esimo piano di un albergo. L’uomo si è ucciso prima che la polizia facesse irruzione nella sua stanza, dove la polizia ha trovato dieci fucili. L’uomo si chiamava Stephen Paddock, aveva 64 anni ed era residente vicino a Las Vegas. Non è chiaro quali fossero le sue motivazioni e nella sua stanza non sono stati trovati elementi utili a spiegare le ragioni del suo gesto. Per il momento la polizia ha detto che non ci sono indizi per sospettare un attacco terroristico. Paddock non aveva precedenti penali e la polizia di Mesquite, dove si trova la sua abitazione, ha detto di non aver mai ricevuto nessuna segnalazione sul suo conto.

L’attacco è avvenuto sulla Strip di Las Vegas, la parte finale di South Las Vegas Boulevard, cioè la via più famosa della città: quella piena di locali e casinò. La strada era molto affollata come ogni domenica sera anche per via di un festival di musica country in corso in quelle ore. Si tratta della sparatoria più grave nella storia degli Stati Uniti. La polizia inizialmente aveva sospettato che una donna che si era registrata nella stessa stanza dell’uomo potesse essere una sua complice. La donna è stata individuata ed interrogata, ma secondo la polizia non ha avuto nulla a che fare con l’attacco.
COSA SAPPIAMO DEL KILLER

L’uomo sospettato per la strage a Las Vegas si chiamava Stephen Paddock, aveva 64 anni ed era residente vicino a Las Vegas. La polizia ha detto che probabilmente si è ucciso prima che gli agenti entrassero nella camera d’albergo da cui aveva sparato sulla folla, ma nei prossimi giorni verranno analizzati con più attenzione i video delle telecamere indossate dagli agenti al momento dell’irruzione.
Per il momento di Paddock sappiamo solo che era un ex contabile in pensione, che giocava spesso d’azzardo a Las Vegas, che aveva una patente per pilotare gli aerei e che non aveva precedenti penali. Viveva insieme a una donna, Marilou Danley, in una casa di sua proprietà a Sun City Mesquite, una comunità di pensionati in Nevada. La polizia ha interrogato Danley, che si trovava fuori dagli Stati Uniti al momento dell’attacco, e ha detto di ritenere per il momento che non abbia legami con la strage. 

La casa di Sun City Mesquite era di proprietà di Paddock dal 2015, prima sembra che avesse vissuto per alcuni anni nella periferia di Dallas, in Texas, ma la polizia sta ancora indagando.
Bruce Paddock, un fratello di Stephen Paddock che vive in California, ha detto che la loro famiglia era cresciuta in California ma che lui non parlava con suo fratello da quasi 10 anni. Eric Paddock, un altro fratello di Stephen Paddock che invece vive in Florida, ha detto di non riuscire a spiegarsi come suo fratello si sia procurato armi automatiche come quelle usate nell’attacco e lo ha descritto come una persona che conduceva una vita molto ordinaria, senza particolari vicinanze a gruppi politici o religiosi.


Sempre durante la conferenza stampa lo sceriffo di Las Vegas Joseph Lombardo ha risposto ad alcune domande dei giornalisti.

• Contrariamente a quanto supposto inizialmente dalla polizia, Paddock ha portato le armi nella camera d’albergo da solo, senza l’aiuto di un complice.
• Non c’è traccia di Paddock nei database delle forze dell’ordine del governo federale o del Nevada
• Marylou Danley, la compagna di Paddock che al momento si trova all’estero, è ancora considerata «persona di interesse. L’abbiamo contattata e ci occuperemo di lei quando sarà tornata negli Stati Uniti»
• Lombardo ha detto che la polizia controllerà i video di sorveglianza che ha già richiesto al Mandalay Bay Resort
• A chi gli ha chiesto se sarebbe stato possibile evitare la sparatoria, Lombardo ha risposto: «Non so davvero come sarebbe stato possibile impedirla non avendo alcuna segnalazione precedente dell’individuo».
• Sui motivi della sparatoria ha infine risposto «Non posso entrare nella testa di uno psicopatico».

Il procuratore generale del Nevada, il governatore dello stato e la rappresentante della contea di Las Vegas hanno chiesto a tutti di donare il sangue per aiutare gli ospedali dove si stanno ancora curando i moltissimi feriti nella sparatoria.

Secondo l’FBI Paddock non aveva legami con l’ISIS

Lo sceriffo di Las Vegas Joseph Lombardo ha anche detto che la polizia ha concluso le indagini nella camera d’albergo di Stephen Paddock e di non avere nuove informazioni sul suo conto. La polizia ha però identificato un’altra sua proprietà ed emesso un mandato di perquisizione, dopo aver perquisito la sua casa a Las Vegas. Un agente dell’FBI ha detto che per ora non ci sono prove che Paddock si fosse convertito all’Islam, come rivendicato invece dall’agenzia di stampa Amaq dello Stato Islamico (ISIS): «al momento abbiamo stabilito che non c’è alcuna connessione con un’organizzazione terroristica internazionale», ha detto.

I morti sono almeno 58, i feriti 515

Lo sceriffo del Las Vegas Metropolitan Police Department (LVMPD), Joseph Lombardo, ha detto che il numero di morti è salito a 58 e che i feriti sono almeno 515.

17:42 2 Ott 2017

La portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders ha twittato la foto della Casa Bianca con la bandiera americana a mezz’asta in segno di lutto

In memory of the fallen in Las Vegas, @POTUS directs that our flag @WhiteHouse fly at half-staff. pic.twitter.com/WU2pfD3iyh

— Sarah Sanders (@PressSec) October 2, 2017


Il Mandalay Bay Hotel, da dove Stephen Paddock ha sparato sulla folla e dove si è ucciso, ha detto che i suoi ospiti possono ritornare nelle loro stanze


Pochi minuti fa ha parlato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.


Trump ha definito l’attacco “un atto di pura malvagità” e ha ringraziato le forze dell’ordine per il loro intervento. Trump ha espresso vicinanza alle famiglie delle persone morte nell’attacco e ha detto che visiterà Las Vegas mercoledì.


Senza fornire nessuna prova – e senza che ci siano conferme in questo senso da parte delle autorità statunitensi – l’agenzia di stampa Amaq dello Stato Islamico (ISIS) ha rivendicato l’attacco di Las Vegas descrivendo l’attentatore come un suo “soldato” che si era convertito all’Islam mesi fa.


• Secondo la polizia Paddock si è ucciso subito prima che la polizia facesse irruzione nella sua stanza, al 32 piano del Mandalay Bay Hotel, da dove aveva sparato sulla folla che assisteva a un concerto.
• La polizia ha detto che non definirà l’attacco “terroristico” fino a che non emergeranno nuovi elementi sul’eventuale affiliazione politica dell’uomo.


Lo sceriffo Lombardo ha aggiunto che nella stanza del sospettato sono stati trovati dieci fucili, ma nessun indizio che potrebbe indicare motivazioni politiche dietro il suo attacco. Lombardo ha detto che l’uomo si trovava nella camera d’albergo fin dallo scorso giovedì.

15:04 2 Ott 2017

Lombardo dice che prima di definire la sparatoria un atto di terrorismo ci sarà bisogno di approfondire ulteriormente le motivazioni dell’attentatore.

La polizia ha scritto in un comunicato ufficiale che i feriti nell’attacco sono almeno 406. Nel comunicato viene anche specificato che la polizia ha trovato il sospetto attentatore già morto.

Secondo CNN, 104 persone sono ricoverate allo University Medical Center of Southern Nevada, uno degli ospedali che hanno accolto i feriti della sparatoria. Dodici di loro si trovano in condizioni critiche.

La polizia di Las Vegas ha confermato che due agenti fuori servizio sono stati uccisi nella sparatoria. Uno apparteneva alla polizia di Las Vegas. Altri due agenti sono rimasti feriti, uno in maniera leggera. Il secondo è stato ferito in maniera più grave, ma dopo un intervento le sue condizioni si sono stabilizzate.

Paddock, il sospetto attentatore ucciso dalla polizia, viveva a Mesquite, una città di 20 mila abitanti a circa cinquanta chilometri da Las Vegas. La polizia sta perquisendo in queste ore la sua abitazione. Alla polizia locale non risulta alcuna segnalazione a suo nome.

Il numero di morti, che sono almeno 50, rende quella di Las Vegas la più grave sparatoria di massa nella storia recente degli Stati Uniti. La sparatoria di queste ore ha superato quella di Orlando, in Florida, quando erano state uccise 49 persone: nella notte tra l’11 e il 12 giugno 2016, Omar Mateen, cittadino americano originario dell’Afghanistan, era entrato nel Pulse, tra i più noti locali gay della città, e aveva iniziato a sparare sulla folla.

• Sono stati localizzati anche i due veicoli collegati all’uomo.

Il Nevada, dove si trova Las Vegas, è uno degli stati degli USA con le leggi più permissive per quanto riguarda l’uso e l’acquisto di armi. Non c’è ad esempio un limite quantitativo, non servono particolari permessi o licenze e in molte contee l’arma viene consegnata subito dopo aver superato il controllo fatto sulla base di un modulo compilato al momento dell’acquisto.

Jason Aldean, che stava cantando appena è cominciata la sparatoria, ha pubblicato un post su Instagram parlando di «orrore» e dicendo che lui e il suo gruppo stanno bene:

Il Mandalay Bay Resort and Casino è un famoso hotel di lusso di Las Vegas ed è uno degli alberghi più grandi al mondo: ha 43 piani, più di 3 mila camere, più di 20 ristoranti e al suo interno c’è un casinò.

10:37 2 Ott 2017

Lombardo: per ora la polizia non darà altre informazioni sull’autore dell’attacco, è stata inoltre smentita la notizia di esplosioni nella zona dopo la sparatoria. È probabile che siano state scambiate per esplosioni le attività della polizia per entrare nella stanza del Mandalay Bay Hotel dove si trovava l’autore dell’attacco. 


Lo sceriffo del Las Vegas Metropolitan Police Department (LVMPD), Joseph Lombardo

Secondo un giornalista di KGET News, al concerto dove è avvenuta la sparatoria erano presenti numerosi ufficiali di polizia di Bakersfield, California, non in servizio e uno di loro è rimasto ferito alla spalla. La notizia è stata confermata poco dopo dalla polizia di Bakersfield.

I dati della polizia di Las Vegas dicono che dall’inizio del 2017 il numero di omicidi in città è in linea con quello del 2016: si parla di 109 omicidi fino al giugno del 2017. Durante lo stesso periodo del 2016, gli omicidi furono 107. In generale, il tasso di criminalità a Las Vegas è del 37 per cento superiore rispetto alla media nazionale.

Gli autobus di linea di Las Vegas sono stati inviati verso l’area del Mandalay Bay per consentire alle persone che erano al concerto di lasciare l’area.


Per gli spettatori del concerto è stato allestito un centro di raccolta e aiuto presso il Thomas and Mack Center.


L’aeroporto principale di Las Vegas ha intanto ripreso le attività, dopo la sospensione delle ultime ore per motivi di sicurezza.


Il festival dove è avvenuta la sparatoria si chiama Route 91 Harvest e si svolge ogni anno con la partecipazione di musicisti e cantanti di musica country. Quella del primo ottobre era la serata finale di tre giorni di concerti a cui hanno partecipato circa 40 mila persone. Il festival si svolge in un’area molto grande sulla Strip di Las Vegas, la parte finale di South Las Vegas Boulevard che è la via più famosa della città conosciuta per la grande concentrazione di hotel e casinò.
Al festival si poteva accedere con un biglietto. Era aperto a persone di tutte le età, compresi i bambini. La sera di domenica 1 ottobre, per la chiusura del festival, era in programma il concerto di Jason Aldean, cantautore statunitense.


Non è ancora chiaro come si sia svolta la sparatoria, ma i video diffusi finora sui social network forniscono qualche informazione. Mostrano il pubblico che ascolta la parte finale del concerto, quando si sentono i primi colpi di arma da fuoco, provenire da un punto piuttosto lontano dalla folla (i media locali ipotizzano provenissero dall’alto, da una stanza di un albergo). La prima raffica dura una decina di secondi, la musica sul palco s’interrompe e molti nel pubblico si mettono a terra, per evitare i colpi. Dopo una breve pausa, inizia una seconda raffica che dura un’altra decina di secondi. La folla ha intanto iniziato ad evacuare l’area, mentre altri cercano di aiutare i feriti. In lontananza si sentono nel frattempo altri colpi.


L’aeroporto di Las Vegas ha sospeso parte delle proprie attività in seguito alla sparatoria. (ORE 8.40)



Secondo le comunicazioni radio della polizia, un sospetto è morto in una stanza del Mandalay Bay, per ora non ci sono conferme ufficiali. (ORE 8.36)





REPUBBLICA.IT
NOTTE DI PAURA a Las Vegas, durante un concerto al Route 91 Harvest Festival, un festival di musica country, al quale assistevano 40mila persone. Un uomo ha aperto il fuoco sul pubblico dalle finestre del 32esimo del Mandalay Bay Hotel facendo quella che è stata definita la "sparatoria più sanguinosa della storia americana". "Almeno 50 persone sono morte, mentre 406 persone sono state trasportate in ospedale", ha riferito lo sceriffo Joe Lombardo. In un primo tempo è stato escluso un atto di terrorismo e l’aggressore si è ucciso prima che arrivasse la polizia. Si tratta di Stephen Paddock, un americano di 64 anni, residente a Mesquite, in Nevada. Poi, però, l’Isis ha rivendicato la paternità dell’attentato.

• LA RIVENDICAZIONE DELL’ISIS: "PADDOCK CONVERTITO"
Lo Stato Islamico (Isis) ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. Secondo quanto riporta l’agenzia di propaganda Amaq citando una fonte di sicurezza dell’Isis, "l’esecutore è un soldato dello Stato islamico" che ha agito "rispondendo alla richiesta di colpire i Paesi della coalizione". In un secondo comunicato l’Isis sostiene che l’assalitore si era "convertito all’Islam diversi mesi fa" e aveva cambiato nome in Samir Al-Hajib.

• TRUMP PARLA A NAZIONE MA NON EVOCA TERRORISMO
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel suo discorso alla nazione dopo il massacro di Las Vegas, non ha fatto riferimento a legami terroristici, nonostante la rivendicazione dell’Isis. Il presidente ha fatto un discorso prevalentemente dedicato alle vittime e rivolto ai loro familiari, invitandoli a cercare conforto nelle parole delle sacre scritture, in dio, nella preghiera. "È stato un attacco terribile, un atto di pura malvagità", ha detto Trump, che poi ha ringraziato la polizia locale - che sarà affiancata dall’Fbi - per la tempestività dell’intervento "di una rapidità miracolosa servito a salvare altre vite umane". Quindi ha annunciato che le bandiere resteranno a mezz’asta sino al tramonto del 6 ottobre. Las Vegas, sparatoria al festival di musica country: la fuga degli spettatori dall’alto Condividi   • UN ARSENALE NELLA STANZA D’ALBERGO
Nella stanza d’albergo di Paddock sono state trovate otto armi e la polizia ha emesso un mandato di perquisizione per la sua abitazione a Mesquite, a 130 chilometri di Las Vegas. L’uomo non era conosciuto dalla polizia locale. "Non abbiamo molto su Paddock. Abitava nella nostra città, ma non abbiamo avuto alcun contatto con lui, in passato" ha spiegato Quinn Averett, portavoce del dipartimento di Mesquite. Non risulta nulla a suo carico nella banca dati delle forze dell’ordine: nessun arresto, nessuna telefonata contro di lui, nemmeno una multa stradale. Mesquite, ha spiegato Averett, è una tranquilla città di circa 20.000 abitanti, un posto "di pensionati e golfisti", con tre grandi casinò. Gli episodi di criminalità sono rarissimi, non più di un omicidio all’anno.

• IL FRATELLO: "STEPHEN ERA UN UOMO NORMALE"
Che il killer non avesse dato segnali di voler compiere un’azione di questo genere lo ha confermato il fratello, Eric Paddock, che però non lo sentiva spesso. In un’intervista al Mail on line, Eric ha raccontato che il fratello non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e "non c’era alcuna indicazione che potesse fare una cosa del genere". "Era uno normale. Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati". L’unica cosa che è emersa dal su passato è una causa che Paddock aveva intentato al Cosmopolitan hotel and casinò di Las Vegas. I dettagli non sono per ora disponibili ma gli atti mostrano che fu contestata una ’negligenza/responsabilità della proprietà". L’azione legale fu respinta senza possibiltà di appello e le parti raggiunsero un accordo tramite un arbitrato. Paddock era all’hotel Mandalay Bay da giovedì. L’uomo, nato il 9 aprile del 1953, viveva a Mesquite dal giugno 2016. In precedenza, dal 2011 al 2016, aveva vissuto a Reno, sempre in Nevada, mentre dal 2013 al 2015 a Melbourne in Florida.

• LA RICOSTRUZIONE DELLA STRAGE
Secondo varie testimonianze gli spari sono stati esplosi dalle finestre del 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel.

At this time we do not believe there are any more shooters. More information to come shortly from @Sheriff_LVMPD.

— LVMPD (@LVMPD) October 2, 2017 L’assalitore ha iniziato a colpire la folla dopo aver ucciso una guardia di sicurezza. "Abbiamo sentito decine di colpi di armi automatiche", ha raccontato un testimone. Nei video pubblicati online si sentono raffiche di mitra. Tutt’intorno scene di panico, con centinaia di persone che hanno cercato riparo negli alberghi vicini. Testimoni hanno parlato di lunghe raffiche di spari, che hanno continuato anche dopo che la band dell’artista aveva cessato di suonare. Nei video circolati sulle reti sociali si vede la gente terrorizzata che fugge a piedi. Las Vegas, sparatoria al festival di musica country: spettatori terrorizzati a terra Condividi   La polizia ha subito chiesto agli alberghi nelle vicinanze della sparatoria di "mettere le strutture in isolamento per garantire la sicurezza degli ospiti". Subito dopo la sparatoria, l’aeroporto McCarran ha interrotto le attività e alcuni voli sono stati deviati su altre destinazioni.

• RINTRACCIATA LA COMPAGNA DEL KILLER: ESTRANEA
Mary Lou Danley, 62 anni, una cittadina australiana di origini asiatiche che viveva con l’assalitore, è stata rintracciata dalla polizia ma è risultata estranea all’assalto. "L’abbiamo contattata ma non pensiamo che sia coinvolta - ha fatto sapere la polizia - al momento della strage era fuori dal Paese". Il killer aveva usato un documento della sua compagna per registrarsi.

• FARNESINA VERIFICA EVENTUALE COINVOLGIMENTO ITALIANI
La Farnesina si è messa subito al lavoro per verificare l’eventuale coinvolgimento di connazionali. Al momento le verifiche sono in corso in stretto raccordo con il competente Consolato Generale di Italia a Los Angeles. 
 

UPDATE: Flights in and out of @LASairport have been temporarily halted in response to reported shooting incident on Las Vegas Strip.

— McCarran Airport (@LASairport) October 2, 2017 • LE REAZIONI E LA SOLIDARIETÁ INTERNAZIONALE
Una "sparatoria terribile. Le mie più vive condoglianze alle famiglie delle vittime", ha twittato il presidente Donald Trump.

My warmest condolences and sympathies to the victims and families of the terrible Las Vegas shooting. God bless you!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 2, 2017 "Profondamente rattristato" per "questa tragedia insensata" si è detto Papa Francesco, che ha espresso il proprio cordoglio in un telegramma inviato a nome del Pontefice dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, a monsignor Joseph Anthony Pepe, vescovo di Las Vegas. Papa Francesco dà "la sua vicinanza spirituale", "apprezza gli sforzi della polizia e degli operatori del soccorso", offrendo "preghiere ai feriti e alle vittime". 
"Michelle e io preghiamo per le vittime di Las Vegas. I nostri pensieri sono con le loro famiglie e con chiunque stia affrontando un’altra insensata tragedia", ha scritto su Twitter l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Il governatore del Nevada, Brian Sandoval, ha definito su Twitter la sparatoria "un atto di violenza tragico e atroce", un "atto di codardia", mentre la premier britannica, Theresa May, ha espresso vicinanza e solidarietà alle vittime dell’aggressione. "Una notte di terrore, un concerto di musica trasformato in orrore. Il mio pensiero va a Las Vegas, città piena di vita che questa estate, come tanti altri italiani, ho avuto l’occasione di visitare con i miei amici.

La paura non può e non deve offuscare la gioia e la vitalità del cuore pulsante della vita notturna degli Stati Uniti", ha scritto su Facebook la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. "Quella città, al risveglio, dovrà trovare la forza di affrontare il dolore e ricominciare a vivere. Sono vicina a tutti gli abitanti di Las Vegas e a tutte la famiglie delle vittime. Affinché quella città possa tornare a essere come la ricordo: un luogo di libertà, apertura e vita".

AMBASCIATA RUSSA: "COOPERAZIONE COMPLICATA DA CHIUSURA CONSOLATO"
La chiusura del consolato russo a San Francisco complica la cooperazione tra i funzionari della Federazione e quelli statunitensi sul terreno a Las Vegas. lo ha fatto sapere dopo la strage l’ambasciata di Mosca a Washington. "La cooperazione tra i funzionari russi e statunitensi sul campo a Las Vegas è complicata dalla recente decisione degli Stati Uniti di arrestare il consolato russo a San Francisco", ha spiegato la sede diplomatica.

• I PRECEDENTI
Il bilancio della strage di oggi, sebbene ancora provvisorio, è già superiore a tutte le stragi in America. Questi i precedenti in ordine di gravità

- il 2 giugno 2016 un americano di origini afgane, Omar Mateen, uccide 49 persone e ne ferisce una cinquantina in un locale gay di Orlando (Florida), perpetrando il peggior attentato negli Usa dopo quello dell’11 settembre. Dopo tre ore di trattative, le forze dell’ordine uccidono l’assalitore. L’Isis, al quale aveva giurato fedeltà, rivendica l’attacco.

- Il 16 aprile 2007 uno studente di 23 anni di origine coreana uccide 32 persone prima di togliersi la vita nel campus dell’Università di Virginia Tech a Blacksburg (Virginia).

- Il 14 dicembre 2012 un giovane uccide 26 persone, fra cui 20 bambini delle elementari nella scuola di Sandy Hook a Newtown (Connecticut), prima di suicidarsi.