il venerdì, 29 settembre 2017
La pioggia (di profumi) nel Pineto di D’Annunzio
Pochi poeti al mondo si sono inebriati di profumi come Gabriele D’Annunzio. Per sé e per la processione di «badesse scomunicate»: così definisce le amanti che si alternano nella sua alcova. Il profumo è per lui «l’etereo in forma di bagliore». Imperdibili le lettere che il Vate, anziano libertino in vestaglia, scrive impaziente al suo profumiere di fiducia, il farmacista di Gardone. Non si limita a ordinare litri su litri di acqua di colonia, ma include nelle sue missive giudizi, notazioni, soldi contanti, e anche lamentele per i costi giudicati eccessivi. Si, l’Immaginifico – ardente, vorace, massiccio, bulimico consumatore di fragranze – prosaicamente tira sul prezzo.
La pioggia nel pineto è una pioggia di effluvi. «Le mando una lista di profumi che preferisco». Si dimostra un fine intenditore, conosce e ordina essenze di Guerlain, Caron, Lubin. «Se ha l’Eau de Coty, me ne mandi in quantità, ché l’adopero di continuo nel mio bagno. Non resisto alla voglia di sperperare ogni cosa nuova». Ordina anche l’Essence Aromatique di Molinard: «Poche gocce bastano a render tonico il bagno e a profumarlo in guisa di prateria primaverile». E ancora: «Mi mandi se può la Magnolia e la Gardenia di Chanel». Definisce “voluttuoso“il proprio naso, lui che, da pubblicitario nato, si era dilettato a battezzare nuove fragranze, una fra tutte l’autoreferenziale Aqua Nuntia, ma anche il più intimista Giacinto Innamorato.
Chi la fa l’aspetti. A quasi cent’anni dall’impresa di Fiume arrivano, presentati nella cornice del Vittoriale, quattro profumi altissimi di gamma ispirati a poesie, gesta e capricci olfattivi di D’Annunzio. I nomtf’Iùtti un programma: un remake dell’Aqua Nuntia, definita dal produttore Mavive «brezza diurna di contenuto ardore», Ermione, «pioggia tremula, bisbiglio di primavera gorgogliante». Divina Musa, dedicata a Eleonora Duse, la più sventurata delle amanti, e Piacere, «profumo della carne, inno alla voluttà felice». Felice?