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 2017  settembre 30 Sabato calendario

Dal Bilbao al West Ham il potere dell’acciaio nel pallone d’Europa

«ALIRÒN, aliròn…». Quando la curva del San Mamés canta quel coro, nella “Catedral” dell’Athletic Bilbao vibrano le corde della storia ultracentenaria del club basco. Perché aliròn altro non è che la storpiatura dall’inglese di all iron, il motivo intonato a fine giornata lavorativa dagli operai delle acciaierie britanniche di fine ’800 e l’Athletic (anche l’h un omaggio al Regno Unito in spirito autonomista) è nato nel 1898 quando i lavoratori inglesi, impiegati nelle fabbriche siderurgiche della città, insegnarono il football ai ragazzi di Bilbao.
C’è una lunga e sottile linea di acciaio che ancora oggi attraversa la storia del calcio europeo, percorrendo la patria elettiva di questo sport, l’Inghilterra, e gli altri Paesi dove i rettangoli di gioco confinavano (e spesso confinano ancora) con altoforni e laminatoi. Una contaminazione che, soprattutto negli anni dei pionieri, ha avvicinato le origini elitarie del football allo svago della working class di mezzo mondo. Dal Belgio alla Germania, dall’Ucraina alla Francia, alla Turchia. Fino alla provincia italiana che oggi in serie B con Cittadella- Entella vivrà uno dei suoi tanti derby “siderurgici”. Il Cittadella del presidente Andrea Gabrielli proprietario, insieme ai fratelli, dell’omonimo gruppo che trasforma e distribuisce 400.000 tonnellate di lamiera all’anno, e l’Entella del presidente Antonio Gozzi, ceo della Duferco e numero uno della Federacciai, l’associazione delle industrie siderurgiche italiane. Sempre in serie B gioca la Cremonese di Giovanni Arvedi, patron di uno dei principali gruppi dell’acciaio italiani. Poi in serie C ci sono il Piacenza sponsorizzato dalla Steel spa; la FeralpiSalò del presidente Giuseppe Pasini titolare anche lui di un gruppo siderurgico; il Vicenza con il main sponsor Acciaierie Valbruna; la Fidelis Andria di Paolo Montemurro (Meridionale Grigliati).
“Calcio e acciaio”, come il titolo del bel libro di Gordiano Lupi che incrocia la passione per lo sport più popolare e l’epopea della fabbrica siderurgica di Piombino, o come “Ilva football club” (Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò), romanzo di rabbia e ricordo per le generazioni di ragazzi che giocavano nel campo del quartiere Tamburi di Taranto, a ridosso dell’impianto dei veleni. E a ridosso, anzi circondato dalle acciaierie, è lo stadio dello Standard Liegi, lo Stade Maurice Dufrasne più noto come “Sclessin”, il nome del quartiere. In Inghilterra giocano nelle serie minori il Blades of Sheffield United FC e l’Iron of Scunthorpe United, ma è in Premier League il prototipo del legame tra calcio e acciaio: il West Ham che nei suoi primi cinque anni di vita (1895-1900) si chiamava Thames Ironworks FC ed era nato come club dopolavoristico di una fabbrica metallurgica e navale di East London. Ancora oggi i tifosi del West Ham cantano «Come on you Irons» in omaggio alle origini della società. Rimanendo in Gran Bretagna, poi, ecco il Port Talbot Town FC, la squadra del maggior centro siderurgico del Galles, che gioca nella Welsh Premier League, e lo scozzese Motherwell FC (il soprannome è “Uomini d’acciaio”), fondato nel 1886 dopo la fusione, decisa in un incontro la pub, delle due squadre composte dagli operai locali.
Neanche a dirlo c’è una schiera di squadre d’acciaio nei territori della ex Unione Sovietica: il Metalurgi Rustavi in Georgia, nato nel 1948 in uno dei principali centri siderurgici dell’Urss; nella massima serie ucraina giocano ben tre club di origine siderurgica: il Metalist Kharkiv, il Metalurh Donetsk e il Metalurh Zaporizhya. E ancora nell’est europeo, il Metalurg Skopje nato nel 1964 in quella che oggi è la capitale della Macedonia, come squadra della più grande azienda siderurgica della ex Jugoslavia.
In Germania nelle serie minori giocano l’Eisenhuttenstadter FC (Eisenhutte in tedesco significa forgia) e il Rot-Weiss Essen che aveva il suo bacino di tifosi storici tra gli operai della Friederich Krupp. In Francia il Metz, quando nel 2012 l’acciaieria locale della Arcelor attraversò un periodo di forte crisi, mandò in campo i suoi giocatori con una maglia dove campeggiava la scritta “lunga vita all’acciaio della Lorena”. Infine la Turchia, con il Kardemir Karabukspor, che milita nella massima serie ed è nato come parte del gruppo sportivo dell’industria siderurgica locale: la squadra è soprannominata Mavi Ates (Fiamma blu) in omaggio alla fiamma che fuoriesce dalla ciminiera dello stabilimento. La fiaccola degli uomini d’acciaio che scendono in campo ogni domenica nei campi di calcio di mezza Europa.