Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  settembre 30 Sabato calendario

Manette digitali, segreti di Stato. Ecco cosa controlla Telecom

ROMA Il 2018 di Telecom Italia rischia di aprirsi con una sanzione di almeno 190,3 milioni. La Presidenza del Consiglio può decidere questa pesante ammenda a fine gennaio, scaduti i 120 giorni del procedimento di accusa. Il decreto legge 21 del 2012, che la Presidenza cita nel suo atto di contestazione, all’articolo 2 comma 4 parla di una sanzione «non inferiore all’1% del fatturato cumulato delle imprese coinvolte». Telecom avrà 30 giorni di tempo, il conto alla rovescia è partito giovedì, per giustificare un (possibile) peccato di omissione. La società non ha comunicato al governo, mentre doveva, che i francesi di Vivendi avevano acquisito alcuni suoi «attivi», alcuni beni chiave fin dal 4 maggio 2017. A proposito di beni e settori chiave, la Presidenza spiega nell’atto di contestazione: «È incontrovertibile» che Telecom «svolge attività strategiche per difesa e sicurezza nazionale», in proprio o con aziende controllate.
Ed è qui che l’atto della Presidenza rivela particolari gustosi sul ruolo di Telecom Italia – come delle sue società Sparkle e Telsy – sul fronte sicurezza.
Nel Paese ci sono, ad esempio, tante persone agli arresti domiciliari o addirittura «condannate alla detenzione domiciliare». Bene: è proprio Telecom Italia a controllare che siano davvero in casa grazie ai braccialetti elettronici che indossano. Assicura questo servizio fin dal 2011. Fa capo a Telecom Italia – ancora – il sistema di allarme Nbcr, che mobilita forze speciali in caso di emergenza nucleare, biologica, chimica o radiologica. L’Autorità Nazionale per la Sicurezza (l’Ans) blinda intanto le informazioni sensibili della Nato che hanno quattro livelli di protezione, da “riservato” a “segretissimo”. E ha in custodia anche i documenti tutelati dal segreto di Stato. Ora l’Ans può alzare il suo scudo protettivo grazie alle unità di sicurezza che sono in Telecom Italia, Sparkle, Telsy. Proprio Telsy fornisce crypto-telefoni al premier e ai ministri per metterli al sicuro dalle intercettazioni. Ed è proprietà Telsy il programma di guerra “Blue Force Tracking”, che vede le pattuglie di soldati in azione sul campo.
Alla fine le competenze di Telecom le assegnano una specie di monopolio nei servizi per la Difesa. Scrive il governo che è l’unico operatore nazionale a garantire «affidabilità» per i collegamenti militari, anche satellitari Alla/Nalla (quelli che applicano i protocolli Nato).
A proposito della multa che incombe, Telecom Italia confida che non venga calcolata sui ricavi consolidati del gruppo e che non arrivi dunque ai 190,3 milioni. La speranza è che sia commisurata sui fatturati, più bassi, proprio di Telsy e Sparkle. In questo caso si attesterebbe sui 13 milioni, molto meno. Ma il professor Cesare San Mauro (della Sapienza di Roma) che Palazzo Chigi ha consultato sul caso – giudica «improbabile» una multa bassotta: «La Presidenza è chiamata ad applicare premette – una norma non cristallina. Il mio pronostico, però, è che l’ammenda investirà l’intero fatturato Telecom».