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 2017  settembre 30 Sabato calendario

Accordo tra i libici sul ruolo di Haftar: sarà comandante, ma non supremo

ROMA Una sottile formula di compromesso, qualcosa che provi a mettere d’accordo le due maggiori fazioni libiche presenti: l’House of rapresentatives di Tobruk e lo State council di Tripoli. Una formula che possa aiutare a sciogliere il nodo del ruolo da far rivestire all’ingombrante generale Khalifa Haftar nella futura Libia: «comandante» sì, ma non «supremo». La notizia viene riferita dal quotidiano Al Hayat, che rilancia alcune indiscrezioni sui negoziati in corso a Tunisi sotto egida Onu per riscrivere l’accordo del 2015, che fu stipulato a Skhirat ma poi applicato solo dal governo di Tripoli per il rifiuto del parlamento di Tobruk di riconoscere un ruolo subordinato all’uomo forte della Cirenaica.
I NEGOZIATI L’intesa che si profilerebbe è quella di affidare a Haftar il ruolo di «ministro della Difesa e comandante delle forze armate» a patto che la carica di «comandante supremo» vada a un «Consiglio presidenziale tripartito». Al Hayat va anche oltre e fornisce i nomi di due personalità in discussione per entrare in questa sorta di direttorio che farebbe da contrappeso al generale attraverso esponenti delle tre aree (ovest, est e sud) in cui tende a dividersi il paese. L’Unsmil, la missione delle Nazioni unite in Libia che sta gestendo i negoziati, ha smentito in una nota che si siano fatti nomi. Ma, soprattutto, il compromesso pare di ostica attuazione: è «difficile vedere un accordo che lasci Haftar formalmente al suo posto e che abbia il sostegno di importanti città della Tripolitania a partire da Misurata», ha avvertito Mattia Toaldo, analista senior dello European council on foreign relations (Ecfr) di Londra. «Le cose – ha aggiunto però l’analista – potrebbero cambiare se Haftar fosse a capo di una struttura collegiale in cui Misurata avesse i suoi rappresentanti». Colloqui su questo tema sono in corso al Cairo da mesi, ma finora non hanno portato a un accordo. «Tuttavia i negoziati egiziani hanno contribuito alla relativa pace tra la Libyan national army, le forze armate di Haftar, e Misurata, e questo potrebbe portare a un reciproco riconoscimento e all’assenza di combattimenti senza affrontare il tema di chi sia formalmente a capo dell’esercito», ha concluso Toaldo.
Il lavori del Comitato congiunto di stesura degli emendamenti all’Accordo politico libico (Lpa) si inquadrano nel «piano di azione» annunciato la settimana scorsa dall’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Ghassan Salamé. Quanto la situazione resti fragile e tesa in Libia è però testimoniato dagli scontri che da quasi due settimane contrappongono due milizie a Sabrata, città a ovest di Tripoli: i combattimenti hanno ucciso diversi civili e almeno 13 miliziani e si profila come un confronto per procura tra Haftar e il premier Fayez al Serraj incentrato su chi debba frenare il traffico di migranti.