Il Sole 24 Ore, 30 settembre 2017
I conti del Comune di Roma schiacciati da Npl comunali
Quello emerso ieri con il parere negativo sul consolidato è solo un anello nella catena dei problemi che arrivano dall’ultimo bilancio consuntivo del Campidoglio, e sono destinati a sfociare nel prossimo, ad aprile del 2018. A pesare sui conti della Capitale è una sorta di versione comunale degli Npl, i crediti deteriorati che nel caso romano sono quelli nei confronti delle partecipate. La questione era già chiara nei mesi scorsi, quando è stato approvato il consuntivo 2016 senza riuscire a mettere d’accordo i crediti da società scritti nei conti comunali e i debiti verso il Comune indicati dai bilanci delle aziende. L’obbligo di far andare d’accordo questi numeri è previsto fin dal 2012, dal decreto Monti sulla spending review. Ma nonostante questo il consuntivo 2016 è passato, con il parere positivo dei revisori anche se accompagnato dalla «riserva» pesante per l’assenza di certezze sul dare-avere con le partecipate. Con premesse del genere, il bilancio consolidato non ha potuto far altro che prendere a riferimento l’ultimo consuntivo, e stralciare tutto ciò che non tornava con una maxi-rettifica da 290 milioni. Proprio il passaggio che ora ai revisori non è andato giù. Il tutto mentre il 2017 arriva verso l’ultima tornata con l’Atac instradata verso un concordato che inevitabilmente colpirà anche le somme attese, e iscritte a bilancio, dal Comune. Il consolidato che infiamma le polemiche oggi, quindi, rischia di rivelarsi un esercizio facile rispetto alla prova che aspetta il Comune con il nuovo consuntivo. Ma se la Capitale offre come sempre i numeri-limite, vicende simili possono ritornare anche in molti degli altri 2.400 Comuni oggi al primo appuntamento con questo tipo di bilancio (sotto i 5mila abitanti l’obbligo scatta dall’anno prossimo). Ad allargare la forbice fra i conti di Comuni e società è stato spesso un sistema di convenienze opposte, fra i sindaci interessati a conservare in bilancio crediti di tutti i tipi, mantenere conti in equilibrio almeno sulla carta, e le società attente a minimizzare i debiti. Ecco perché il bilancio consolidato, che in un unico documento abbraccia i conti dei Comuni e quelli delle partecipate più importanti, finisce per far emergere la polvere.