Gazzetta dello Sport, 30 settembre 2017
I revisori bocciano il bilancio del Comune di Roma

Se scriviamo che l’organismo tecnico incaricato di vigilare sul bilancio di Roma ha bocciato il bilancio di Roma, siamo alleati dei poteri forti e persecutori preconcetti dei puri angeli grillini oppure no?
• Dipende. È vero che questo organismo tecnico ha bocciato il bilancio del comune di Roma? Se è vero, lei non è un persecutore. A meno che non ci nasconda quello che pensano i grillini di questa bocciatura. Se ce lo nasconde è un persecutore. Se non ce lo nasconde, no.
L’Organo di Revisione Economico-Finanziaria (Oref) del Comune di Roma ha effettivamente bocciato il bilancio consolidato del Comune di Roma, che va approvato entro oggi ed è stato portato in Campidoglio e approvato ieri sera. A questa bocciatura l’assessore al Bilancio del Comune di Roma, Gianni Lemmetti, ha reagito con molta forza, e le ragioni addotte per contrastare l’Oref non sono del tutto campate in aria, anche se non riguardano, strettamente, la difesa del bilancio comunale preparata dai grillini, me le persone dell’Oref, praticamente giudicate indegne di bocciare o promuovere, gente, secondo il M5s, asservita ai politici, cioè facenti parte dei soliti poteri forti che ce l’hanno con la Raggi e con il Movimento Cinque Stelle a prescindere.
• Ci siamo messi in un guaio. Spieghi la cosa.
Esiste il bilancio consolidato. Il bilancio consolidato è un documento in cui si mettono insieme i conti della società principale, in questo caso il Comune di Roma, e i conti delle società possedute dalla società principale, in questo caso una sfilza di società - dette “partecipate” - capeggiata dall’azienda dei trasporti Atac e dall’azienda dei rifiuti Ama. Oltre al bilancio consolidato si deve una qualche spiegazione del concetto “revisori dei conti”. La legge obbliga le società che abbiano capitali consistenti e/o fatturati importanti a ingaggiare dei “revisori dei conti”. Si tratta di commercialisti che vigilano su ciò che fa l’amministratore delegato e gli certificano ogni anno il bilancio, cioè garantiscono di persona che nel bilancio non ci sono pasticci. Rispondono personalmente di queste certificazioni, dunque non c’è da scherzare. Nello Statuto di Roma capitale votato nel 2013, articoli 40 e 41, è previsto che il comune di Roma si faccia certificare il bilancio da tre revisori, eletti dall’assemblea capitolina. Questo è l’Oref. Nel 2016, dovendosi rinnovare le cariche dell’Oref, ma non esistendo in quel momento l’assemblea capitolina, perché sciolta in seguito alla faccenda Marino, il prefetto Tronca, commissario prefettizio a cui era stata temporaneamente affidata la città, scelse i tre revisori con un’estrazione a sorte. Uscirono i nomi di Federica Tiezzi, Carlo Delle Cese e Marco Raponi. I guadagni dei tre professionisti stanno su internet. Per la Tiezzi, presidente del Collegio, si tratta di 43 mila euro lordi per il periodo 13 febbraio-12 novembre 2016. Gli altri due stanno intorno ai 32-35 mila euro. Questa è la premessa.
• Adesso veniamo alla bocciatura.
L’Oref aveva già bocciato il bilancio a dicembre e aveva poi approvato con riserva la revisione operata dal M5s. Quella volta, senza l’approvazione di riserva, la giunta sarebbe caduta sul serio e sarebbe arrivato il commissario. Stavolta la bocciatura o la promozione non erano dovute, e il parere negativo, subito rilanciato da tutte le agenzie, è un passo di troppo rispetto alle competenze del collegio che doveva in questo caso solo stilare una relazione. C’è poi un fatto su cui il M5s ha assolutamente ragione: la Tiezzi si fa intervistare volentieri dal Messaggero, quotidiano del costruttore Caltagirone, e nelle interviste critica senza riserve i conti della giunta. Poco professionale. Un professionista non parla della società che ha in cura con nessuno e meno che mai con quella razzaccia umana che sono i giornalisti.
• Bene, quindi stavolta hanno ragione i grillini.
Probabilmente i grillini hanno torto marcio nel merito. Non avevano risolto, nel bilancio dell’anno scorso, e non hanno risolto nel consolidato di adesso il problema del rapporto complicatissimo con le partecipate, di cui sono per un verso creditori e per un altro verso debitori. L’Atac resta sull’orlo del fallimento, Roma è sporca e tutto il resto. Il nuovo assessore al Bilancio del comune, Gianni Lemmetti, quello appena trasferito da Livorno, dottore commercialista anche lui, dice che il parere dell’Oref non è tecnico, ma politico. A sostegno di questa opinione, rivela che la Tiezzi - quella che si fa intervistare dal Messaggero - oltre a essere sposata con un politico dell’Udc, è indagata per bancarotta fraudolenta dalla procura di Rieti e che anche l’altro revisore, Marco Raponi, è indagato per lo stesso reato dalla procura di Latina.
• È vero?
È vero. Il colore politico del marito della Tiezzi è del tutto privo di significato. Ma è vero che la signora è nei guai per il fallimento di una piccola società di Antrodoco. Secondo l’accusa, lei e altri due avrebbero svuotato la Cava San Cristoforo sas di Città Ducale distraendo a proprio vantaggio, e a svantaggio dei creditori, un’ottantina di mila euro con i quali, tra l’altro, sarebbe stata comprata un’automobile. Tiezzi assicura che «tutto sarà presto chiarito», ma intanto c’è un «avviso di conclusione delle indagini» che potrebbe precedere il rinvio a giudizio. No, non va bene. Il guaio di Raponi appare più pesante: avrebbe sottratto o contribuito alla distruzione dei verbali del collegio sindacale del Latina calcio. Non il Latina attuale, ma quello fallito nel 2009. Male anche per lui. La domanda implicita nell’obiezione dei cinquestelle è la seguente: può gente simile giudicarci?
• Qual è la risposta?
Una risposta articolata. Resta che la Raggi e i suoi (Lemmetti è appena arrivato e lasciamolo stare) sembrano molto incapaci. I guai giudiziari di membri di un organismo tecnico non pregiudicano la loro capacità di giudizio, dunque c’entrano poco con la bocciatura. Sarebbe stato meglio se i grillini avessero attaccato l’Oref prima di questa bocciatura: se il bilancio consolidato del comune di Roma fosse stato approvato dall’Oref, Tiezzi e Raponi avrebbero recuperato d’incanto la loro purezza? Tiezzi e Raponi, tuttavia, farebbero meglio a togliersi di mezzo. È opportuno che chi giudica la moglie di Cesare abbia le carte ancora più in regola di quella disgraziata signora.