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 2017  settembre 29 Venerdì calendario

La Maddalena scomparsa

La “Maddalena in estasi”, scovata in una collezione privata olandese dall’allieva di Roberto Longhi, massima esperta dell’artista, è rimasta chiusa in un caveau. Un destino curioso e un’occasione mancata per il pubblico italiano, ma che ha le sue ragioni. L’opera, se entrasse nel nostro Paese, potrebbe restarci per un tempo indeterminato. Andiamo per gradi.
La Maddalena lo scorso anno ha potuto essere imbarcata per il suo primo (almeno ufficialmente) volo internazionale. Non verso il suo Paese d’origine – il nostro – ma alla volta del Giappone. Dal primo marzo al 12 giugno 2016 il quadro ha fatto bella mostra di sé nel Sol Levante al National Museum of Western Art, nella rassegna Caravaggio e i caravaggeschi, promossa sempre da Vodret, che allora disse: «Vorrei organizzare una giornata di studi in Italia dedicata all’opera. Sarebbe un’occasione per chiarire tutte le perplessità».La studiosa è stata la prima, dopo Mina Gregori e lo storico olandese Bert Treffers, ad analizzare la tela dal vivo. Non in Olanda, ma in Svizzera, territorio neutrale dove era stata portata dai proprietari. Dall’analisi è seguita la richiesta di esporla a Tokyo. Richiesta accolta. A Milano, invece, dove Vodret adesso firma un’altra mostra importante (aperta fino al 28 gennaio) di quel Caravaggio non c’è traccia. «A Milano ho voluto portare solo opere di Caravaggio certe, non messe in discussione dalla comunità scientifica – dice ora la studiosa –. Quella Maddalena non era mai stata contemplata in questa mostra. Mi sono fidata dell’intuito di Mina Gregori, ma non tutti hanno accolto l’attribuzione».
Sull’ipotesi che il dipinto venga finalmente esposto in Italia, Vodret, ottimista lo scorso anno, appare molto negativa: «Non c’è nessun tipo di volontà né da parte dei proprietari, né da parte di eventuali finanziatori di un progetto scientifico che promuova una mostra sensata con quell’opera. Occorrono soldi per le assicurazioni, per il trasporto... in Italia in questo momento nessuno appare interessato».
«Questi quadri viaggiano troppo, ma arriverà il momento in cui sarà in mostra in Italia», risponde da Amsterdam, il criptico Bert Treffers, che conosce la storia del quadro e i suoi proprietari e ha dedicato all’iconografia dei soggetti sacri di Caravaggio più di uno studio. Ma cosa hanno i giapponesi che manca agli italiani? Innanzitutto una norma che sancisca “l’insequestrabilità delle opere d’arte” prestate da uno Stato straniero o da un privato al nostro Paese allo scopo di essere esposte in una mostra. Si tratta di una sorta di “immunità” di cui godono dipinti, sculture o oggetti concessi per un’esposizione. In altre parole, l’opera attribuita a Caravaggio, una volta entrata in territorio italiano, potrebbe “rischiare” di non uscire più. Ma è davvero così?
«I meccanismi della nostra tutela del patrimonio sono precisi», dicono dal ministero dei Beni culturali. Secondo l’articolo 72 del decreto legislativo n. 42 del 2004 un’opera d’arte che arrivi in Italia per una mostra deve ottenere da un soprintendente il “certificato di importazione temporanea”. Se la documentazione sulla proprietà dell’opera non risultasse soddisfacente, se ci fossero dubbi sull’uscita lecita dal territorio italiano di un quadro come la Maddalena, il ministero potrebbe avviare una procedura per il recupero del bene, vincolandolo. Non solo: proprio perché in Italia non esiste una norma che preveda l’insequestrabilità dell’opera durante una mostra, qualcuno potrebbe rivendicare la proprietà del dipinto anche se questo avesse il certificato d’importazione temporanea in regola. «Anche in questo caso – spiegano dal Mibact – una rivendicazione di proprietà potrebbe provocare, a torto o a ragione, un sequestro dell’opera».
«Ma la Maddalena olandese – ribatte Vodret – non dovrebbe correre rischi: non risulta che appartenesse a una collezione storica italiana».
Di fatto, però, finché non entra in territorio italiano, per il ministero dei Beni culturali è come se il quadro non esistesse. Il viaggio, in Giappone, da Amsterdam, evidentemente è stato più facile. Che sia stata anche un’operazione per lanciare la Maddalena sul fiorente mercato orientale? «Venderla? Non lo so. Non conosco così bene i proprietari. Li ho visti solo per mezz’ora – puntualizza Vodret –. Non capisco perché questo dipinto attiri tanta curiosità. Di opere in discussione come queste è piena la storia dell’arte».
Resta il dubbio, però. Oggi è il compleanno di Caravaggio. E per quella sua Maddalena è stato più facile vedere il monte Fuji che la città dove è stato scritto il primo capitolo della storia del pittore maledetto.