la Repubblica, 29 settembre 2017
L’amaca
Si sente dire (in dibattiti ed elzeviri) che lo scontro sullo Ius soli sarebbe “ideologico”, come per defalcarlo a questione tra faziosi. Ma santo cielo, dovrà pure esserci ancora qualche idea per la quale battersi, oppure sono solamente le convenienze e le carriere personali, a meritare il palcoscenico? Ideologiche furono l’epica battaglia per il divorzio e quella per l’aborto legale. Ideologiche, anche se poi declinate con pragmatismo, molte delle più importanti leggi repubblicane, da quelle sul lavoro a quelle che hanno via via modificato la “morale pubblica”, per esempio abrogando la barbarie del delitto d’onore o legalizzando le unioni civili. Ideologico, non c’è dubbio, è ritenere che i diritti e i doveri della cittadinanza discendano da una italianità ereditaria, oppure siano acquisibili da chi in Italia nasce e studia.
Che l’ideologia, in passato, abbia generato odio e arroccamenti identitari, è fuori di dubbio. Ma che le idee dividano, e siano ragione di conflitto è, per la politica, tutta salute. Su una questione come quella della cittadinanza, piuttosto che il pietoso tatticismo di chi dice che lo Ius soli “sarebbe giusto, ma non è il momento”, meglio, molto meglio i favorevoli per principio e i contrari per principio. Stare in mezzo è puro tartufismo.