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 2017  settembre 28 Giovedì calendario

Ryanair lascia a terra altri 400 mila passeggeri. In Italia stop a 11 rotte

Non bastavano gli oltre duemila voli cancellati fino a fine ottobre. Adesso per Ryanair arriva un secondo durissimo colpo. La compagnia «low cost» ha cancellato altri voli da novembre a fine marzo a causa della mancanza dei piloti. Si tratta di 18 mila partenze annullate e 400 mila passeggeri lasciati a terra. Numeri che fanno tremare i vertici dell’azienda, che mostrano in pubblico di avere la situazione sotto controllo, ma in realtà dentro al gruppo irlandese regna ormai il caos.
Il timore è quello di aver compromesso l’immagine della compagnia. Tanto che l’amministratore delegato, Michael O’Leary, ha chiesto ai suoi manager di concentrarsi esclusivamente su questa difficile situazione, la prima vera crisi del gruppo. Di conseguenza il dossier Alitalia è stato accantonato: Ryanair, dopo un iniziale interessamento, ha ufficialmente dichiarato di rinunciare alla corsa per l’acquisto dell’ex compagnia di bandiera.

Rotte cancellate

Il vettore irlandese ha annunciato che per la stagione invernale, da novembre a marzo, 25 aerei saranno lasciati a terra e altri 10 non saranno più in funzione da aprile. In questo modo saranno disponibili gli equipaggi non impiegati su quei voli nelle 86 basi in giro per l’Europa. Lo stop ai 25 mezzi provoca però la sospensione di 34 rotte, di cui 11 che riguardano gli aeroporti italiani. Sette interessano lo scalo di Trapani, di cui tre con città europee e quattro con Parma, Genova, Roma e Trieste; saltano poi le tratte tra Venezia e Amburgo e Sofia, il collegamento Sofia-Pisa e quello Palermo-Bucarest. Ai passeggeri coinvolti l’azienda ha inviato una email, prospettando due opzioni: scegliere un volo alternativo o il pieno rimborso del biglietto. Oltre a questo è stato offerto un buono da 40 euro (80 con il ritorno) per prenotare un altro volo Ryanair.
Il nodo piloti
Fonti interne alla compagnia raccontano che la difficoltà principale per Ryanair è quella della mancanza dei piloti. Da inizio 2016 circa mille sarebbero andati via per cercare contratti migliori in altre compagnie, dalla Norwegian Airlines fino a gruppi cinesi. A fuggire non sarebbero soltanto comandati e ufficiali. Un assistente di volo di Ryanair, nel gruppo da due anni, ci racconta che «anche gli assistenti di volo stanno andando via. Nell’aeroporto di Stansted a Londra in 100 hanno lasciato e la base è ora senza personale. Ogni giorno quindi diversi colleghi vengono chiamati da Dublino per lavorare a Londra e in serata rientrano in Irlanda».
Il motivo di questa massiccia fuga – comunque smentita dai vertici della «low cost» che insistono nello spiegare che 2.500 piloti sono in lista per entrare e 650 saranno assunti entro marzo – sta tutta nei contratti a basso costo e di diritto irlandese (che non rispondono in parte ai requisiti minimi richiesti da molti Paesi membri dell’Ue). Circa due terzi dei piloti, ad esempio, hanno contratti con agenzie interinali in Irlanda, non hanno le ferie pagate né la malattia.
In cerca di un sindacato
Per questo motivo diversi dipendenti sarebbero in cerca di rappresentanza sindacale, anche se Ryanair non lo permette: pena il licenziamento. L’estroso O’Leary ha recentemente fatto ben capire quanto poco sia apprezzata questa ipotesi. Prima che la compagnia venga sindacalizzata, ha infatti detto il manager, «si ghiaccerà l’inferno». Finora Cabin Crew Union, un sindacato britannico, ha offerto supporto.
Ad aver smosso i dipendenti c’è inoltre un’importante sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea che autorizza piloti e assistenti di volo a fare causa all’azienda al giudice del proprio paese, togliendo quindi l’esclusiva competenza territoriale all’Irlanda. Una decisione rivoluzionaria, che ha dato coraggio ai dipendenti e che in parte ha causato il caos che ora sta vivendo il vettore.
Addio ad Alitalia
Tra le conseguenze di questa situazione c’è soprattutto la decisione dei vertici dell’azienda di fare un passo indietro nella partita per l’acquisto di Alitalia, per evitare ulteriori «distrazioni per il management», spiegano da Ryanair. L’azienda ha notificato nei giorni scorsi questa scelta ai tre commissari straordinari dell’ex compagnia di bandiera e quindi non verrà presentata nessuna offerta. Il termine è il 16 ottobre e per ora in corsa ci sono meno di 15 gruppi, tra cui in prima fila Lufthansa e Easyjet.