la Repubblica, 27 settembre 2017
L’amaca
C’è un vero e proprio giallo internazionale, piuttosto appassionante, la cui soluzione non sembra a portata di mano. Il giallo è questo: come mai il Ciad, paese africano in ottimi rapporti con gli occidentali, recente teatro di esercitazioni militari americane, è stato inserito dall’amministrazione Trump tra gli “Stati canaglia”? Esiste una giustificazione formale: il governo ciadiano non sarebbe abbastanza collaborativo nello scambio delle informazioni sul terrorismo. Ma l’ipotesi più frequente, nelle (poche) analisi che si riescono a rintracciare sui giornali e in rete, è anche la più incredibile: potrebbe trattarsi di un errore. Così come ci sono gli scambi di persona, potrebbero esistere gli scambi di Stato.
Il presidente Trump, l’uomo più potente e più armato del pianeta, ha recentemente nominato un paese africano immaginario, la Nambia. La sua visione del mondo non sembra corrispondere alla visualizzazione del mondo così com’è. Al centro, pensa Trump, ci sono gli Stati Uniti, tutto attorno, sparpagliati, gli altri paesi, il cui sostanziale ruolo è non essere d’impiccio agli Stati Uniti. Il Ciad, di questa macedonia poco significante, non è che una briciola, praticamente un pinolo: non vorrete mica pretendere che Trump sappia dov’è e cos’è, questo Ciad.