Corriere della Sera, 27 settembre 2017
Obamacare, ultima sconfitta per Trump
WASHINGTON Donald Trump è nel mezzo della conferenza stampa con il premier spagnolo Mariano Rajoy, quando dal Senato arriva la notizia che i repubblicani non hanno i voti per approvare la riforma dell’Obamacare. Ne mancano tre: è il sesto fallimento consecutivo. L’ultima possibilità sembra sfumata, stando alle parole del leader dei repubblicani Mitch McConnell.
È iniziata male un’altra settimana difficile per la presidenza. Oggi la Casa Bianca tenta il recupero immediato, presentando il disegno di legge sulle tasse. Trump, questa volta, ha aperto il dialogo con i democratici, proprio per evitare un altro passo falso. Nel Rose Garden, le domande dei giornalisti scorrono la fitta agenda delle crisi. Corea del Nord: «Siamo pronti anche alla seconda opzione, quella militare, la meno preferita: sarebbe devastante». Portorico, distrutta dall’uragano. E, sempre più rumorosa, c’è la polemica con i giocatori di football. Ora The Donald chiede alla Nfl di proibire agli atleti di inginocchiarsi durante l’esecuzione dell’inno. «È molto importante che la Nfl non consenta agli atleti di mancare di rispetto al nostro Paese. Questo è vergognoso. Molte persone sono morte o sono state ferite per la bandiera». Negli stadi, però, c’è anche chi disapprova i contestatori. L’altra sera a Glendale, in Arizona, la squadra ospite Dallas Cowboys ha ascoltato in ginocchio le note patriottiche. Dagli spalti sono arrivati fischi. «I più forti che abbia mai sentito», twitta Trump.
Nei giorni scorsi il presidente è stato accusato di voler alimentare una campagna razzista. Ora un fronte ancora più ampio invoca il Primo emendamento della Costituzione: «Il Congresso non potrà approvare alcuna legge che proibisca la libertà di parola». Trump, in definitiva, chiede alla Nfl di fare ciò che la Carta fondamentale vieta ai parlamentari di Capitol Hill. Ma il leader della Casa Bianca continua a confidare sugli umori della sua base elettorale.