Corriere della Sera, 27 settembre 2017
Merkel e l’elefante in Baviera: il partito gemello spinge a destra
L’elefante nell’ufficio di Angela Merkel si chiama Baviera. Qualsiasi coalizione di governo la cancelliera voglia fare per i prossimi quattro anni, il primo ostacolo che dovrà superare sarà quello posto dalla Csu, i cristiano-sociali bavaresi che sono il partito gemello della sua Cdu. Per lo più, sono furibondi per come sono andate le elezioni di domenica scorsa, nelle quali l’Unione Cdu-Csu ha perso oltre l’8% dei voti rispetto al 2013 e loro singolarmente, nel Land, più del 10%. Imputano la caduta a Merkel e al suo spostamento a sinistra durante gli scorsi quattro anni durante i quali, assieme a lei, hanno fatto parte della Grande Coalizione con i socialdemocratici. Il problema non è piccolo. L’anno prossimo, la Csu – che governa la Baviera dal dopoguerra con un’interruzione di soli tre anni – dovrà affrontare le elezioni del Land e, visto il risultato di domenica nel quale è caduta al 38,8%, rischia di perdere la maggioranza assoluta dei seggi. Esige che il prossimo governo nazionale, se la cancelliera vuole che la Csu ne faccia parte, cambi politica e cerchi di recuperare i voti che sono andati a destra, al partito nazionalista e anti-immigrati Alternative für Deutschland. Vuole insomma uno spostamento in senso conservatore. I cristiano-sociali bavaresi si sono opposti sin dal 2015 alla politica di Merkel di apertura ai rifugiati, pur facendo parte del governo. E sono stati critici anche su aspetti di politiche sociali. Negli ultimi mesi di campagna elettorale, però, il loro leader Horst Seehofer si è allineato a Merkel. Ora, tutti chiedono la svolta. «Dobbiamo chiarire al pubblico che andare avanti come abbiamo fatto finora non andrebbe bene – ha detto ieri Seehofer —. Gli elettori si aspettano che i politici reagiscano, questo vale per le migrazioni e le questioni della sicurezza come per l’intero spettro sociale». La crisi dei cristiano-sociali, però, è aperta anche al loro interno. Alcuni, ad esempio il deputato locale Alexander König, arrivano a chiedere le dimissioni di Seehofer per sostituirlo, a candidato alla premiership bavarese nel 2018, con il ministro delle Finanze del Land Markus Söder, decisamente più orientato a destra.
Tra l’altro, parecchi conservatori di Monaco e dello Stato meridionale tedesco sono irritati per il fatto che Seehofer abbia richiamato dagli Stati Uniti, per farlo partecipare alla campagna elettorale, Karl-Theodor Guttenberg, l’ex ministro federale che si dovette dimettere per uno scandalo di plagio sulla tesi di dottorato. Una mossa che fu da molti letta proprio in funzione anti-Söder. Coltelli in Baviera, guai per Berlino.
Per Merkel, perdere la Csu è impensabile. Se pensava di aprire i negoziati per fare una coalizione a tre con la sua Unione Cdu-Csu assieme ai Liberali e ai Verdi, oggi si accorge che la trattativa sarà a quattro, perché, dopo le elezioni, i bavaresi hanno un programma loro. Che potrebbe trovare molti punti comuni con i Liberali ma difficilmente con i Verdi, estremamente distanti su ambiente, energia, auto elettriche, politiche sociali, Europa.