La Stampa, 27 settembre 2017
A Troia un museo per il 2018. La Turchia: diventerà un brand
Il governo turco ha proclamato il 2018 «Anno di Troia» e ci sono importanti novità in arrivo per il sito archeologico più famoso del mondo. Sulla collina di Hissalrik, nella quale l’avventuriero Heinrich Schliemann trovò negli anni 70 dell’800 le rovine della città cantata da Omero, sarà costruito un museo destinato ad ospitare gli artefatti ritrovati nella zona. Molti di questi sono però sparsi nei musei del mondo in 44 nazioni diverse, non tutte disposte a collaborare.
Recentemente il Penn Museum americano ha restituito una splendida serie di gioielli lavorati in filigrana ritrovati nell’area, ma con la formula del prestito illimitato e in cambio di altri reperti e di permessi di scavo. C’è da dubitare che la Russia restituisca anche se per breve tempo il Tesoro di Priamo, la straordinaria collezione di oggetti, monili, collane e diademi ritrovata da Schliemann il 14 luglio 1873. Il tesoro era custodito in un bunker sotto lo zoo di Berlino, ma è stato prelevato dall’Armata Rossa nel 1945 ed è ricomparso solo nel 1993 al museo Pushkin di Mosca.
Ogni tentativo della Germania di riaverlo indietro è fallito: la Russia ha deciso che lo considera una compensazione per i danni di guerra. La Turchia ha grandi progetti per il sito archeologico di Troia, un luogo dove c’è ben poco da vedere ma che è visitato da 500.000 persone l’anno. Oltre al museo, avrà ad esempio anche un omerico cavallo di legno: l’obiettivo è raddoppiare i visitatori e creare l’atmosfera giusta perché i turisti possano immaginare Elena e Paride che guardano dalle mura l’esercito greco, Achille che uccide Ettore e Ulisse che escogita i suoi astuti piani.
Troia deve diventare un brand, ha detto Kemal Dokuz, responsabile di turismo e cultura nell’area. In fondo, già Schliemann pensava che lo fosse, quando ha attribuito a Priamo e a Elena un tesoro migliaia di anni più antico della Troia omerica.