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 2017  settembre 26 Martedì calendario

Federico Chiesa, bello di papà

Il dna non sempre tramanda la classe calcistica, anzi i figli non sono quasi mai all’altezza dei padri. Il codice genetico di Enrico Chiesa, attaccante da oltre 200 reti in carriera a cavallo tra anni Novanta e Duemila, deve essere però particolarmente efficace, almeno quanto lo era lui vicino alla porta avversaria. Proprio negli anni in cui giocava – specificatamente nel 1997, un anno dopo il passaggio dalla Sampdoria in cui era cresciuto al Parma – a Genova come il padre nasceva Federico. Nemmeno vent’anni dopo, il dna dei Chiesa marchia di prepotenza la Serie A. La forza scorre potente, nelle vene di Chiesa junior. Che sia uguale al padre è sempre più evidente: il modo di correre, quell’ingobbirsi mentre sta preparando il tiro, a quanto pare anche la capacità di inquadrare lo specchio della porta. A proposito di porta: nel settembre 2001, Enrico contro l’Atalanta segna di destro, con un tiro di prima, sul lato destro del campo dello stadio Franchi, al 33’ del primo tempo. Domenica sera Federico, qualche metro più indietro, contro l’Atalanta segna di destro, sullo stesso lato destro del Franchi, al 33’ del primo tempo. Il piccolo fa anche meglio nella preparazione: anticipo fulmineo su Palomino – e chi conosce il gioco dell’Atalanta sa quanto sia difficile arrivare prima dei suoi difensori – e poi colpo al volo di prima intenzione. Federico Chiesa si aggiudica così la perla della settimana.
MEGLIO DI PAPA’? Come papà nei primi anni di Samp, Fede gioca da esterno di centrocampo, e l’impressione – vista la confidenza con il gol – è che potrebbe trasformarsi in una eccellente seconda punta, ruolo che fu di Enrico. Tra l’altro il giovane viola ha già fatto meglio del padre: al primo vero anno di Serie A ha segnato di più (3 reti in 27 presenze l’anno scorso, Enrico ne fece uno in 26 nel 1992-93 con la Samp), e con questa media rischia di far meglio anche al secondo. Chiesa senior segnò 14 gol in 36 partite alla Cremonese (1994-95), lui – in età ancor più precoce – è già a 2 in 5 presenze stagionali. È sulla buona strada, insomma.


IL PODIO I gol di Chiesa cominciano a vedersi spesso, non si vede di frequente invece un assist come quello di Trotta per Rohden, al secondo posto settimanale. A molti ha ricordato il mitologico «tacco di Guti»: gennaio 2010, Real Madrid a La Coruna dove non vince da 18 anni, Guti è solo davanti alla porta e invece di calciare serve di tacco l’accorrente Benzema che segna a porta vuota. Una di quelle cose folli e bellissime, ri-condivisa nelle ultime ore sui social per celebrare quello che fa Trotta. Che è meno folle di quel che sembra e di quel che fece Guti, ma resta bellissimo. Spettacolare, al limite del circense, anche l’«elastico» di Douglas Costa su De Silvestri nel derby: specialità brasiliana in cui eccellevano Ronaldo e soprattutto Ronaldinho, con il pallone che scivola prima sull’interno piede e poi sull’esterno senza mai staccarsi, e che vale il terzo posto di giornata.