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 2017  settembre 26 Martedì calendario

Lo scivolone di Pirozzi sul sisma, il tribuno che sogna il Parlamento

Con una dichiarazione che anticipa il finale più probabile, il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva svela cosa pensa dell’inchiesta appena aperta sugli sms solidali. «Se i fondi raccolti sono confluiti nelle casse della Protezione Civile, il fatto si rivelerà una grossa bolla di sapone». Gli inquirenti riempiranno il fascicolo – al momento contro ignoti e senza ipotesi di reato – delle carte del Dipartimento. Sentiranno qualche funzionario. Guarderanno nei conti correnti. Ma salvo sorprese, l’indagine constaterà ciò che è sembrato chiaro fin da subito: che i 33 milioni di euro donati dagli italiani ai terremotati con gli sms non sono spariti, e che i progetti finanziati sono frutto di una scelta politica. Quanto condivisa, lo vedremo. Comunque, di politica si tratta. Perché, dunque, il polverone di questi giorni? Quali corde ha sollecitato il j’accuse del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, lanciato dal palco non neutrale di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia?
Sergio Pirozzi è un uomo intelligente, ha imparato ad alzare i toni quando sente lo Stato allontanarsi dal cratere del Centro Italia. Sa bene, quindi, di dire un’ovvietà sabato scorso, davanti alle telecamere: «Ad Amatrice ed Accumoli non è arrivato niente dagli sms solidali, la gestione è stata scandalosa...». Non fa il nome di Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, la carica a cui – secondo alcuni – aspira. Ma è lì che colpisce il suo strale.
La quota delle donazioni della Protezione Civile assegnata al Lazio (3,9 milioni di euro, il 14 per cento del totale) servirà effettivamente per finanziare il rifacimento di tre scuole nei comuni di Poggio Bustone, Rivodutri e Collevecchio, quest’ultimo fuori dal cratere. Niente di quel gruzzoletto andrà ai due paesi più devastati dal sisma del 24 agosto, ma questo è frutto di una scelta condivisa tra Regione e comuni, in una riunione tenutasi il 5 luglio scorso nell’Ufficio speciale per la Ricostruzione a Rieti. Riunione a cui né Pirozzi né il sindaco di Accumoli Stefano Petrucci, pur invitati, parteciparono. Il direttore dell’Ufficio speciale comunicò che i 3,9 milioni sarebbero serviti a integrare i fondi regionali per la ricostruzione degli edifici scolastici «che presentano i livelli più elevati di danno e vulnerabilità». La preferenza cadde su quei tre comuni «perché – sostiene la Regione Lazio – il finanziamento delle scuole di Amatrice e Accumoli era già coperto al 100 per 100». L’esito della riunione fu trasmesso al commissario alla ricostruzione e agli assenti, per dar loro modo di esprimere obiezioni. Che non ci furono. È lo stesso decreto legge 189 sul sisma a prevedere la possibilità di far confluire fondi su immobili distrutti o danneggiati anche fuori dal cratere, purché «si dimostri un nesso di causalità» col terremoto.
«In quella riunione a Rieti non si decideva un bel niente», sbuffa Pirozzi, sentito ieri dal procuratore Saieva sulla questione degli sms solidali. «Sappiano, i signori che decidono da soli, che non si scherza con i morti che ci sono stati, è una vergogna: le persone hanno inviato i fondi ad Amatrice, ad Accumuli, ad Arquata e non a qualche comune guidato da qualche amico degli amici».
Il “tribuno” Pirozzi ancora una volta riesce a eccitare l’indignazione popolare. Poco importa che l’inchiesta penale, si chiuda ancor prima di aprirsi. Basta che se ne parli. È un format che il sindaco di Amatrice, impegnato a tenere ben accesi i riflettori dell’opinione pubblica sul cratere, ha imparato a maneggiare. Come nel marzo scorso, quando ha lanciato l’idea della Contea di Amatrice. “Sarà il Municipio a coprire le tasse di chi ha un’attività produttiva, utilizzando gli 8,5 milioni di euro delle donazioni, possiamo andare così avanti tre anni”, disse. Era poco più di una provocazione, tecnicamente difficile da realizzare e da sostenere, ma che ha costretto il governo a mediare sul regime fiscale per le aree terremotate. O come a luglio, quando Pirozzi indossa le vesti a lui consone di portavoce di tutti i comuni terremotati, lamentandosi (giustamente) della lentezza nella rimozione delle macerie, pur essendo Amatrice più avanti rispetto agli altri. “Ho detto a Gentiloni di accelerare”, dichiarava alla stampa, puntando ancora una volta la Regione Lazio a cui spetta la rimozione.
Vuole diventare Governatore? O piuttosto, come i più informati sostengono, vuole entrare in Senato? Pirozzi, un passato politico in An, non si pronuncia con chiarezza. Ammicca, ma non dice. Lascia parlare gli altri. Ha ricevuto offerte da destra e da sinistra. Ultima sua dichiarazione registrata, questa: «Se la gente deciderà di darmi fiducia, non andrò mai in collegi blindati».