Il Messaggero, 26 settembre 2017
Terremoto, 120 indagati: residenze falsificate per incassare i contributi `
AMATRICE C’è solo un modo per rassicurare gli italiani della loro donazione attraverso gli sms in favore dei terremotati dell’ultimo feroce sisma, la matematica. Nel giorno in cui la giustizia, con la voce del procuratore di Rieti Giuseppe Saieva, richiama le bolle di sapone per descrivere il finale dell’inchiesta sui 33 milioni regalati, un elenco di progetti chiude il capitolo delle incertezze sulle destinazioni dei soldi. Con diciotto progetti già assegnati per 28 milioni di spesa e solo 5 milioni sui quali ancora decidere, le parole del sindaco di Amatrice prendono una forma più tecnica e meno politica. Rude come sempre, Pirozzi aveva lanciato il problema dal palco dell’ultimo congresso dei Fratelli d’Italia: «I soldi degli sms solidali sono stati spesi male. Siamo sicuri che gli italiani siano contenti di cosa sono andati a pagare con le loro offerte?». Parole diventate subito pietre, soprattutto perché scagliate durante un consesso politico. E in un istante la distorsione delle sue parole ha provocato il corto circuito mediatica. Nell’immaginario i soldi erano già spariti in chissà quale buco nero.
L’ELENCO PRECISONiente di più sbagliato ovviamente: perché se è vero che neanche un euro di quei 33 milioni non è arrivato ad Accumoli o ad Amatrice, è anche vero che le voci degli stanziamenti sono stati decisi il 5 luglio durante una riunione cui hanno preso parte oltre alla Protezione civile sindaci, il comitato dei garanti e i governatori del cratere. Un summit al quale erano invitati tutti. Anche Pirozzi. In quella riunione c’è chi ha preso lapis, carta, una calcolatrice e ha cominciato a fare due conti. Allora: i milioni sono trentatré, i progetti sono diciotto. Quindi ne assegniamo 28 di milioni e ne lasciamo 5 ancora da destinare. Il pallottoliere viaggia e s’incrocia con le cartine geografiche fino a tirare fuori una mappa dei progetti: 9 nelle Marche (per 18 milioni), 4 in Umbria (3,6 milioni), 3 nel Lazio (3,5 milioni), 2 in Abruzzo (3 milioni). Totale, 28 milioni appunto. Quanti spariti? Nessuno. Obiettivi dei progetti? Le scuole e i beni culturali, le linea seguita fin dalle prime ore dell’emergenza. Ma quella di Pirozzi, ieri passato per la procura di Rieti come persona informata sui fatti per essere ascoltato dal procuratore, è una vecchia polemica. A lui non piace quando i soldi del terremoto vanno fuori dai confini del cratere e delle zone rosse. E in questo caso è la frazione di Collevecchio (Rieti) e la sua scuole ad avere ricevuto una parte del beneficio dei 33 milioni, come un pezzo di una pista ciclabile a Civitanova Marche, troppo vicina al mare per essere anche nel cratere del sisma. Ma dopo la bufera, i due progetti sono destinati al naufragio.