Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  settembre 26 Martedì calendario

Inchiesta sull’Università, ecco chi è il rocercatore che ha denunciato tutto

Il ricercatore da cui tutto è iniziato si chiama Philip Laroma Jezzi, 49 anni, padre italiano, madre inglese, e lavora al dipartimento di Scienze Giuridiche all’università di Firenze. È stato lui, con la sua denuncia e le sue registrazioni con il telefonino, a far scattare l’inchiesta, gli arresti e le raffiche di avvisi di garanzia.
Professore, come va?
«Professore? Non scherziamo, sono e resto un ricercatore e dunque un dottore».
E a lui che hanno chiesto di ritirarsi da un concorso per diventare professore: ha rifiutato e ha deciso che era arrivato il momento di denunciare. Da anni è considerato uno dei migliori tributaristi fiorentini, già tra gli allievi di Pasquale Russo, luminare dell’università di Firenze che oggi appare nel registro degli indagati. Nello studio di Laroma Jezzi hanno iniziato il praticantato da avvocato la ministra Maria Elena Boschi e il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi. Lo troviamo mentre sta aspettando i figli davanti a scuola.
Dottor Laroma Jezzi, tutto inizia da lei. E sembra il classico vaso di Pandora. Crede ci saranno sviluppi?
«Guardi, la ringrazio per il suo interessamento ma oggi preferisco non parlare».
Qualche suo collega dice che lei è stato molto coraggioso...
«Ho raccontato tutto a investigatori e magistrati, ho fornito loro le prove sulle mie affermazioni e adesso mi voglio mettere da parte perché ho trovato persone straordinarie che stanno ancora lavorando e parlare adesso ai giornali mi sembrerebbe di fare loro un torto. Eventualmente ci sarà tempo».
Pochi mesi fa una ricercatrice dell’ateneo di Pisa ha denunciato presunte irregolarità in un concorso per diventare prof. Conosce il caso?
«Sì, l’ho seguito con interesse sui giornali, anche se mi sembra diverso da questa inchiesta».
La sua collega ha detto di voler fare la sua battaglia perché legalità e trasparenza siano imprescindibili nei concorsi pubblici...
«Io ho fatto la mia parte. Ho raccontato tutto a investigatori e magistrati. E adesso preferisco non parlare».
Ed effettivamente il dottor Laroma Jezzi, che amici e colleghi descrivono come un infaticabile studioso e uomo dalla schiena perennemente dritta, ne ha raccontate molte nella sua denuncia. Tra queste c’è il colloquio (che ha registrato con lo smartphone) con uno dei professori inquisiti che gli chiedevano di ritirarsi dal concorso. «Smetti di fare l’inglese e fai l’italiano», perché se fai ricorso «ti giochi la carriera».