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 2017  settembre 23 Sabato calendario

Il caro estinto finisce spesso alla brace

Ridotti in cenere, bruciati e carbonizzati in un forno crematorio insieme alla bara, per poi essere infilati, triturati e polverizzati in un’urna cineraria, che può essere consegnata anche in affidamento familiare e portata a casa. In Italia è boom di cremazioni, il funerale classico sta lentamente diventando fuori moda, è registrato in costante calo, e la cerimonia del defunto cambia il suo stile per una molteplicità di fattori, dalle ragioni religiose ed economiche alle questioni di spazi. 
È quanto emerge dagli ultimi dati raccolti dalla Sefit, Servizi Funerari Italiani, che conferma il trend in costante crescita sulle cremazione dei cadaveri, che sono passate dalle 110.710 del 2013, alle 141.553 del 2016, con un aumento percentuale contenuto del 3,2% solo nel 2015, corrispondente a 4.388 unità, in ragione del calo della mortalità di quest’anno definito “anomalo”, che quindi ha registrato “solo” 137.165 cremazioni. 
LOMBARDIA 
Tra le cremazioni di feretri registrate in Italia le più numerose vedono in testa la Lombardia, seguita dalla Emilia-Romagna e dal Piemonte, le regioni che dispongono di un maggior numero di impianti di cremazione operativi, dodici per ogni regione, ma si è avuta una crescita percentuale anche in Sardegna (+41,8%), in Veneto (+ 40,8%), in Puglia (+39,5%), in Sicilia (+21,3%), mentre non sono stati aggiornati i dati della Campania, che non sono pervenuti, in quanto non forniti dai gestori degli impianti, e quindi sono da considerare molto sottostimati. Le città in cui viene effettuato il maggior numero di cremazioni sono Roma (12.376), Milano (10.776), e Genova (6.048), ed a seguire, con oltre 4mila cremazioni, Mantova, Livorno, Trecate e Bologna. Comunque, essendo avvenuti lo scorso anno una totalità di 615.261 decessi, l’incidenza delle cremazioni sul totale delle sepolture risulta incrementato del 23,01%. 
La cremazione è un rito antichissimo, originato e molto diffuso in Asia e in India, ed è una consuetudine che si è mantenuta inalterata da millenni, nella credenza delle religioni orientali che il fuoco fosse un agente di purificazione, e che il bagliore delle sue fiamme illuminasse il passaggio dei defunti in un altro mondo, impedendone il ritorno tra i vivi. Contrariamente a quanto si possa pensare, la cremazione non riduce il cadavere in cenere, poiché i resti di tale procedura sono i frammenti ossei friabili che, in un secondo momento, vengono sminuzzati e triturati fino a formare una cenere che, a secondo degli usi o delle volontà del defunto, vengono custodite in un’urna, sepolte, o sparse in luoghi definiti. 
Sul perché di questa aumentata scelta italiana, oltre ad un intimo desiderio testamentario dell’individuo defunto, esistono ragioni religiose, economiche e logistiche. La Chiesa cattolica, che una volta considerava la cremazione un atto ostile e la riteneva una pratica anti cristiana, ha legittimato da tempo questa procedura. Indubbiamente ha inciso anche il costo delle sepolture, poiché le inumazioni in terra o le tumulazioni in loculo o in tomba delle bare ha un prezzo elevato, mentre la sepoltura di un’urna costa molto poco, e addirittura può essere evitato portandosi i resti dei propri cari direttamente a casa. C’è poi il tema della disponibilità degli spazi legato ai costi, perché costruire una tomba di famiglia richiede molte decine di migliaia di euro, ma soprattutto spazi che sono esauriti e che hanno obbligato le amministrazioni a costruire nei cimiteri, come in quello di Prima Porta a Roma, dei modelli di accoglienza intensiva. 
Da qui l’idea di cercare una strada alternativa per far sì che che il destino della salma non richieda di per sé grandi spazi e grandi spese, senza più affollamenti nei vari cimiteri, per cui, una volta ridotte in cenere, si è optato per la collocazione delle urne in “colombari garbati, appropriati e decorosi”, chiamati reparti cinerari, ovvero distese di piccoli loculi grandi poco più di una cassetta per la posta, tanto da poter ospitare una bara di dimensioni ridottissime, più piccola di una scatola per calzature, contenente i resti del cadavere, che non superano mai i 2,4kg di cenere, e tali colombari esistono già numerosi, per esempio, al Verano di Roma, dove da decenni non c’è più la possibilità di costruire nuove sepolture, ed attraverso i quali si è risposto a una domanda di famiglie romane che cercavano una sepoltura per i loro cari nello storico cimitero. Il costo di una cremazione, al netto dei ricarichi delle imprese funebri, dipende anche dalla distribuzione, efficienza ed accessibilità degli impianti, che non sono distribuiti in modo omogeneo in Italia, oltre che da una non sempre limpida e trasparente concorrenza, ma comunque non supera mai i 900/1.000 euro, comprensivi dell’incenerimento, di auto funebre e della cassetta completa di simbolo religioso e targa portanome identificativa. 
LE VOLONTÀ 
In assenza di una volontà scritta, un coniuge, un genitore, un figlio, o, in loro assenza, un parente prossimo, possono decidere per la vostra cremazione ai fini tumulativi, di affidamento o dispersione delle ceneri, o portarvi a casa per continuare a parlarvi ed avervi vicino, anche se ridotti in polvere. L’urna cineraria contenente i resti umani viene sempre sigillata, e qualunque suo spostamento deve essere comunicato in anticipo al comune di residenza, anche se molte vedove si portano quel che resta del marito anche nei luoghi di vacanza, senza chiedere autorizzazioni. 
I tempi di attesa per una cremazione non dovrebbero superare gli otto giorni, ma attualmente sono più di cento le bare bloccate in attesa di bruciare in un inferno di fiamme, e sono accatastate quindi nel “purgatorio” di Prima Porta, la gigantesca camera mortuaria adibita a deposito che ospita le salme destinate al forno crematorio romano, il quale ne brucia al ritmo di circa 30 al giorno. 
La morte è da secoli considerata il sonno eterno, ed affidare la salma alla terra ha sempre avuto un valore simbolico, insieme al rito funebre della tumulazione, ma i tempi sono cambiati, ed oggi si può addirittura assistere alla cremazione del caro estinto, ed osservare la fiammata finale di quella vita che si riduce in cenere sotto i nostri occhi, recitando non il rosario, ma quel richiamo biblico noto a tutti: «Tornerai alla terra perché da essa sei stato tratto; polvere tu sei e polvere ritornerai» (Genesi 3,19).