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 2017  settembre 23 Sabato calendario

L’amaca

Il governatore Zaia fa bene a preoccuparsi della salute dei veneti. A un patto: che dica ai veneti che sono stati loro ad avvelenare il Veneto. Così come i padani (e per esteso gli italiani) che per fare quattrini in fretta hanno sversato porcherie nelle acque e nell’aria senza mai interrogarsi sulle conseguenze, come se non esistesse un futuro (e dunque, non esistesse la prospettiva del tempo).
Un grande veneto, Andrea Zanzotto, lo chiamava “progresso scorsoio”, geniale definizione di un arricchimento smodato e suicida, che scaricava i costi sui posteri, che costruiva soldi e mai bellezza, soldi e mai cultura, soldi e mai pensiero. Zaia polemizza con la debole prevenzione e il tiepido interventismo del governo di Roma, ma alla radice della questione c’è la folle accelerazione produttiva di una regione contadina, e povera, e migrante, che lavorando a dismisura risale alla velocità del lampo lungo la scala del reddito. I costi (deficit ambientale, deficit culturale) sono rimasti nascosti come briciole sotto il tappeto. Oggi sono le analisi del sangue a rivelare ai veneti, e a noi tutti, che cosa significa sviluppo scorsoio. Ma è improbabile che Zaia inviti i suoi elettori a leggere Zanzotto.